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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Appello a Palese: "Il Tac tra le priorità di programma"

A lanciarlo Antonio Buccoliero, consigliere regionale e portavoce di Alleanza Puglia: "questo è un tema che merita risposta da parte delle istituzioni: in ballo non numeri, ma intere famiglie"

LECCE - "Il Tac salentino merita una risposta da parte delle istituzioni, perché non parliamo di sterili numeri, ma di intere famiglie, che vedono il loro futuro come un enorme buco nero": è quanto dichiara il consigliere regionale e portavoce di Alleanza Puglia, Antonio Buccoliero, nella lettera indirizzata al candidato presidente del centrodestra, Rocco Palese.

Buccoliero torna così ad intervenire sulla delicata crisi del Tac, senza ricevere, tuttavia, le dovute risposte: l'ultimo intervento, in ordine di tempo, è l'interrogazione urgente a risposta scritta dello scorso dicembre indirizzata al presidente della Regione Puglia e all'assessore regionale al Lavoro. Interrogazione che è rimasta senza risposta: "Questo silenzio - prosegue Buccoliero - non può essere tollerato, perché è necessario che le istituzioni facciano fronte comune nel tentativo di dare delle risposte al comparto del Tac salentino".

"Nella mia interrogazione - evidenzia - non mi limitavo a denunciare una crisi che è sotto gli occhi di tutti, ma cercavo anche di proporre, come è nello stile di una politica del fare, che non si perda dietro a inutili polemiche, delle possibili e concrete soluzioni. La legge 223/91, per esempio, permette alle aziende con più di 15 dipendenti gravate dal calo della produzione di poter collocare ‘in mobilità' i lavoratori licenziati; tale ammortizzatore sociale impone, tuttavia, alcuni obblighi onerosi alle aziende che collocano in mobilità il personale e, in particolare, il versamento di accesso alla mobilità consistente in nove, sei o tre mensilità anticipate a favore dell'Inps".

Tale obbligo, secondo quanto riporta Buccoliero, starebbe riguardando, nel Salento, principalmente le aziende del Tac che, per effetto di diffide da parte dell'Inps, si vedono costrette a versare, entro 30 giorni dalla diffida, i relativi oneri nel loro ammontare massimo (9 e 6 mensilità) a prescindere dal caso specifico: le somme che si chiedono di versare alle aziende sono ingenti ed a volte insopportabili per la sopravvivenza delle stesse.

"Il rischio che si corre - dichiara il consigliere regionale - è che le aziende, che sfidano ogni difficoltà per emergere dal lavoro nero e dall'illegalità, possano farsi tentare dal chiudere i battenti, rendendo impossibile per l'Inps il recupero delle somme vantate, riaprendo con altro nome sociale". Alla luce di questa problematica, nell'interrogazione, Buccoliero proponeva un intervento diretto dell'Inps perché potesse ricalcolare in maniera più propria gli oneri per le aziende, derivanti dall'utilizzo della misura della mobilità, differire per due anni le proprie pretese per consentire alle stesse di riprendere un percorso virtuoso produttivo, rateizzare gli oneri dovuti in 72 rate ad interessi zero sulla stessa stregua delle procedure utilizzate per gli allevatori delle quote latte del nord, che videro pagate le copiose multe dallo Stato Italiano ed il rimborso avviene a cura dei produttori in comode rate senza interessi in 30 anni.

"Purtroppo - spiega - , ad oggi, non è pervenuta alcuna risposta non solo al diretto interessato, il che non sarebbe stato un problema, ma anche a tutti quei lavoratori, che, da troppo tempo ormai, vivono con una sorta di spada di Damocle sulla testa. A questo punto, mi rivolgo direttamente al candidato presidente del centrodestra, Rocco Palese, affinchè la crisi del Tac sia tra gli impegni prioritari da assumere nel caso di vittoria del centrodestra, senza più tentennamenti o ulteriori rinvii".

Per Buccoliero si tratta di una "doverosa e giusta presa di posizione" perché non si "può assistere, in silenzio, al tentativo di cancellare dalla scena economica e commerciale del Salento quelle aziende che, pur tra mille difficoltà, chiedono solo una boccata di ossigeno per uscire dalla crisi. Una boccata che, come molti ricorderanno, non è stata negata alle aziende del latte del nord Italia".

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