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Dipendenti della Provincia, nessun licenziamento ma si va verso la mobilità tra enti

I lavoratori si sono riuniti in assemblea, insieme al presidente Gabellone ed all'assessore Capone, per fare il punto sui tagli. Nell'incertezza su deleghe e organici, una rassicurazione è stata fatta: non cambierà l'inquadramento giuridico ed economico

LECCE – In origine era la cancellazione, ora derubricata a ridefinizione delle competenze e relative risorse economiche. La legge Delrio, che tanto ha impensierito i dipendenti degli enti provinciali e delle annesse società partecipate, blinda anche le azioni del governo di Palazzo dei Celestini all'interno di un perimetro economico ben definito. Quasi soffocante. Ma da cui non si può sfuggire perché, all'interno di questi angusti confini, l'ente locale sarà chiamato a dare una bella rassettata ai servizi finora svolti. Nella speranza (condivisa da sindacati ed istituzioni) che un minor trasferimento di risorse da parte dello Stato non si traduca in un impoverimento delle prestazioni rese al cittadino.

Il presidente Antonio Gabellone ha voluto mettere tutte le carte in tavola, proprio oggi, nel corso di un'assemblea tenuta con le parti sociali ed i lavoratori nell'aula consiliare del palazzo di via Umberto I. E poiché buona parte dei timori ha la sua ragion d'essere nelle sforbiciate volute dal governo di Matteo Renzi, il confronto è partito proprio dal 'vil denaro'. Un po’ di conti bastano ad intravedere un futuro non proprio roseo per l'ente provinciale. Il bilancio, in premessa, soffre di una decurtazione di 5 milioni di euro datata 2014, cui si aggiungeranno i tagli progressivi fissati dalla legge di Stabilità. Il miliardo iniziale, destinato a triplicare nell'arco di tre anni, è così declinato sul territorio: meno 15 milioni e 700 mila euro l'anno prossimo, meno 31 milioni di euro di trasferimenti nel 2016 e ben 46 milioni di euro tagliati nel 2017.

"Nonostante i nostri sforzi, compiuti per garantire la continuità dei servizi e tranquillizzare i dipendenti, risulta del tutto evidente che andremo incontro ad importanti difficoltà economiche – ha spiegato Gabellone, peraltro il primo a lanciare l'allarme sui conti in tempi non sospetti -. Con il budget a disposizione è necessario pagare gli stipendi, onorare i mutui e proseguire nell'esercizio delle funzioni assegnate". Come fare, dunque?

Dal punto di vista prettamente giuridico, a dispetto della gran confusione che aleggia intorno alla legge Delrio, è stato stabilito il trasferimento di alcune funzioni che le Province attualmente svolgono su delega. Oltre alla viabilità, alla manutenzione delle strade, alla gestione del patrimonio edilizio scolastico, al coordinamento del territorio, tutte funzioni definite essenziali, l'ente di Palazzo dei Celestini gestisce altri servizi che dovrebbero ritornare nelle mani del governo regionale e centrale.

dipedenti-2Di positivo c'è che l'esecutivo ha fatto slittare i termini per rendere operativo il riordino, con l'effettivo trasferimento, a fine marzo 2015. Tre mesi in più risultano cruciali per ridefinire il quadro della situazione a partire dalla mappatura di funzioni, risorse e carichi del personale che ogni Provincia è chiamata a redigere e consegnare nelle mani dell'osservatorio.

Si tratta di un organismo collegiale chiamato a rappresentare tutti gli interessi composto da sindacati, Anci, Upi e Regione, ad assumere ogni decisione sulla faccenda. Una cosa, però, è certa: "Il personale è completamente salvaguardato dalle norme e gli eventuali trasferimenti verso altri enti non comportano una modifica della precedente posizione giuridica ed economica". La rassicurazione più netta è venuta dall'assessore regionale alle Attività produttive, Loredana Capone, intervenuta in assemblea per sgombrare il campo dai dubbi dei lavoratori. La questione economica ha scatenato, infatti, un crescente allarmismo relativo a presunti esuberi, inevitabilmente sfociato nell'ansia del licenziamento.

L'ipotesi della mobilità interna rimane, invece, quella più accreditata mentre, per ciò che attiene alle società partecipate, qualcosa di più certo si saprà in seguito alla redazione e l'analisi delle mappature provinciali.

Per quanto riguarda i grattacapi economici, invece, la Provincia di Lecce ha individuato un escamotage per tirare un po’ il fiato: il congelamento di mutui e relativi interessi nel triennio "terribile". E per questa ragione il presidente Gabellone chiederà il sostegno ufficiale dei parlamentari salentini nel sostenere un emendamento alla legge che va proprio in questa direzione, peraltro già approvato in Commissione bilancio.  

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