rotate-mobile
Politica

Province, il governo ci riprova: varato il ddl che le priva dei poteri

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che aveva cassato il tentativo dell'esecutivo Monti, peraltro già naufragato, il Consiglio dei ministri vara un disegno di legge che prevede solo due livelli istituzionali eletti dal popolo: Comuni e Regioni

LECCE – Chi pensava che la recente sentenza della Corte Costituzionale sull’eliminazione delle province avesse indotto il governo a mollare la presa, si dovrà ricredere. Infatti, oggi è stato varato dal Consiglio del ministri il quarto tentativo degli ultimi due anni: si tratta del disegno di legge “svuota – province” che dovrebbe riformare l’architettura istituzionale in attesa della conclusione del procedimento di revisione costituzionale (il relativo testo è stato già presentato). Ma c’è da giurare che, questa volta, gli addetti ai lavori del governo abbiano tenuto conto di tutte le obiezioni di incostituzionalità.

In pratica – secondo il ddl - le province restano formalmente salve, ma di fatto vengono esautorate delle loro funzioni, salvo la competenza sulle strade: il ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, che di enti locali se ne intende essendo stato per anni presidente dell’Associazione dei comuni, conta sul fatto che già nel 2014 si possa evitare il rinnovo dei consigli provinciali a suffragio universale: l’alternativa sarebbe rappresentata da un’assemblea dei sindaci del territorio con l’obiettivo di coordinare interventi in materia di ambiente e trasporti. Ma per attuare questa trasformazione bisognerà superare l’ostacolo rappresentato dal Parlamento dove nei mesi scorsi sono state tese diverse imboscate ai precedenti tentativi di riforma: centinaia di senatori e deputati, infatti, fondano il loro consenso sulle burocrazie provinciali.

Nella nuova architettura istituzionale saranno i Comuni – comprese anche le aree metropolitane e le unioni o fusioni di comuni preesistenti - a svolgere le funzioni amministrative e le Regione quelle di programmazione: così il governo punta a risparmiare almeno un miliardo di euro. Sul piede di guerra l’Unione delle province italiane e i sindacati del pubblico impiego. Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, Antonio Saitta, presidente dell’Upi ritiene che un vero risparmio per lo Stato si sarebbe verificato con gli accorpamenti e con la riduzione della presenza degli uffici ministeriali e delle prefetture nei vari territori. In attesa di conoscere l’esito di questo ennesimo tentativo di riforma, resta un dato, ribadito da Delrio: la politica costa al Paese 120 miliardi all’anno.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Province, il governo ci riprova: varato il ddl che le priva dei poteri

LeccePrima è in caricamento