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Diossina, Fitto a muso duro con Vendola. E chiama Blasi

Dopo le polemiche una proposta di "pace". Il sindaco di Maglie chiede adesso a Blasi di parteggiare con lui nel ricorso al Tar contro il presidente della Regione per la questione della Copersalento

MAGLIE - Antonio Fitto a muso duro con il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Non avendo ricevuto una risposta alla diffida promossa verso metà agosto, ora è intenzionato a presentare ricorso davanti al Tar di Lecce. Chiamando a rapporto anche il sindaco di Melpignano, Sergio Blasi, con cui è già in atto una querelle rovente, ma questa volta per cercare un accordo di pace, almeno momentaneo, in funzione di un bene comune: scongiurare il problema diossina che imperversa nella zona. Con decisioni che, a detta del sindaco di Maglie, solo Vendola può assumere.

Ma andiamo con ordine. Il 24 marzo scorso, "nel momento acuto di criticità ambientale ed emergenza sanitaria susseguente il rilevamento di concentrazioni di diossina superiori ai limiti consentiti dalla vigente legislazione", come recita una nota del Comune di Maglie, venne emanata un'ordinanza che disponeva, fra l'altro, la chiusura degli impianti della Copersalento, "azienda - si specifica nel comunicato - che, sia pur in assenza di un comprovato nesso di causalità, poteva essere ritenuta principale responsabile dell'inquinamento in atto".

Le rilevazioni successive dell'Arpa, comunicate al Comune il 24 aprile scorso, 2009, hanno evidenziato come il problema relativo alle elevate concentrazioni di diossina, si estendesse in un raggio di oltre 5 chilometri dalla Copersalento "e, pertanto - spiega la nota a firma del primo cittadino magliese -, ha comportato un ampliamento della zona interessata con inclusione anche del territorio di alcuni Comuni viciniori". A giudizio di Antonio Fitto il problema, a quel punto, non sarebbe più di sua stretta competenza, ma di tale portata da chiamare in causa direttamente la Regione. Il 12 maggio scorso, "per posta raccomandata ed anticipata a mezzo fax", è stata dunque demandate al presidente della Regione Puglia "ogni necessaria attività e provvedimento d'urgenza, in ragione delle dimensioni dell'emergenza, in applicazione dell'articolo 50, comma 5, del decreto legislativo del 18 agosto 2000, numero 267, anche con riferimento alla necessità di verifica della sussistenza di altre fonti d'inquinamento da diossina che possano insistere su un territorio di così vaste dimensioni".

Ma, sempre secondo quanto riportato da Fitto, "pur in presenza di un comprovato stato di emergenza sanitaria, il presidente della Regione Puglia, unico organo competente in ragione dell'estensione territoriale della problematica, non solo non ha fornito alcun formale riscontro […], ma non ha neppure, per vie concludenti, adottato alcun provvedimento d'urgenza, pure indispensabile ed urgente in ragione dell'entità e delle dimensioni dell'emergenza, disattendendo così non solo le legittime istanze di questo Ente e le aspettative delle cittadinanza magliese e dei comuni interessati, ma anche il dettato normativo".

Il 17 agosto scorso, quindi, è partito un atto di diffida stragiudiziale. In tutto questo, una recente comunicazione dell'Arpa, risalente cioè al 25 settembre, precisa "che la perdurante situazione di emergenza sanitaria in atto è legata ai superamenti delle soglie per le diossine nelle matrici alimentari in aree circoscritte del territorio e alle conseguenti doverose drastiche decisioni delle autorità sanitarie preposte e non ai rilievi prettamente ambientali". Per Antonio Fitto, "persistendo l'emergenza sanitaria e riguardando la stessa un'area territoriale circoscritta, ma comunque ricomprendente più Comuni, come peraltro si evince dall'ulteriore dato del recente abbattimento di ulteriori capi di bestiame infetti in aziende ubicate in comuni vicini", il primo cittadino ha notificato al presidente della Regione un ricorso con il quale s'impugna davanti alla sezione di Lecce del Tar di Puglia il cosiddetto "silenzio-inadempimento", rispetto alla diffida.

Con il ricorso Fitto intende ottenere i provvedimenti d'urgenza che sostiene essere di competenza di Vendola. E la notifica è giunta anche alla direzione della Copersalento, in quanto soggetto contro-interessato, ed al sindaco di Melpignano, Sergio Blasi, in quanto a sua volta soggetto cointeressato. Si tratta di una precisa scelta, tiene a spiegare Fitto, e cioè, "nella speranza che, al di là delle differenti posizioni politiche che spesso hanno indotto questi a sconfinare in accese e capziose polemiche, anche il sindaco Blasi abbia a cuore, come spesso proclama, la salvaguardia della salute della propria cittadinanza e che quindi operi chiedendo fortemente gli interventi urgenti dovuti da parte del presidente Vendola".

Fitto stesso ritiene la notifica effettuata a Blasi "un gesto di grande significato politico". Perché si tratterebbe di "un invito, al di là dei colori e delle appartenenze partitiche, a scendere in campo accanto al Comune di Maglie, presentando un ricorso ad adiuvandum, per gridare a gran voce il diritto dei cittadini del territorio "allargato" ad ottenere al più presto i dovuti interventi del presidente della Regione Puglia a tutela della salute pubblica e il rispetto delle leggi. Solo così - sostiene - la richiesta di tutela di tale diritto fortemente avanzata dalle popolazioni interessate non sarà più una mera occasione di scontro e di propaganda politica, ma assurgerà a obiettivo reale da perseguire prioritariamente". E ora Fitto invita Blasi a costituirsi in giudizio.

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