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L'impianto di compostaggio? Consiglio, tutti per il no

No all'impianto di compostaggio per il trattamento dei rifiuti umidi nell'area, ancora agricola, tra Lecce e Cavallino. No alla discussione nel prossimo Consiglio prima di individuare nuovi siti

Non se ne parla proprio. Almeno fino a quando i siti dove piazzare centrali a biomasse e centrali di compostaggio per il trattamento dei rifiuti umidi provenienti dalla raccolta differenziata, e che i progetti prevedono alle porte di Lecce, non abbiano una collocazione tale da restare lontani dalle aree di espansione urbanistica. Direttrici verso Novoli (biomasse) e verso Cavallino (compostaggio), per intenderci. Unanimità sull'argomento numero 6 più atteso all'ordine del giorno nel Consiglio comunale tenuto questa mattina a Palazzo Carafa: "Richiesta convocazione del Consiglio comunale sull' atto di determinazione della Provincia di Lecce, avente come oggettol' "Autorizzazioneper la realizzazione e gestione di nuovo impianto di recupero rifiuti mediante processi di digestione anaerobica e compostaggio con annessa sezione di produzione di energia elettrica da localizzarsi nel Comune di Lecce in località ‘Masseria il Pino'.

E così, la prova a tenuta della maggioranza guidata dal sindaco Paolo Perrone, è passata "indolore", con l'assise cittadina che si è espressa per non la compatibilità sotto il profilo urbanistico. Anche se qualche frecciatina è partita dai banchi di An riguardo al fatto che "due dirigenti comunali hanno dato parere favorevole alla istanza della Provincia di Lecce che a sua volta dice sì sulla realizzazione dell'impianto di compostaggio tra Lecce e Cavallino". L'intervento è quello del consigliere Francesco Cazzella, ormai schierato apertamente con il vicesindaco Adriana Poli Bortone e il Movimento per il Sud, ma ancora capogruppo di An. "Vorrei chiedere perché si è giunti a questo - ha aggiunto - tenendo a precisare che non mi piace attribuire responsabilità a questo o a quel dirigente, proprio perché tuttora non esiste un piano urbanistico che individui i siti per il trattamento dei rifiuti o la produzione di energia alternativa. Insomma parliamo di progetti presentati dalla Provincia senza parere dei comuni limitrofi".

Accetta inoltre dal Consiglio comunale la richiesta del capo dell'opposizione Antonio Rotundo di "deliberare la non compatibilità sotto il profilo urbanistico del progetto di realizzazione ed esercizio dell'impianto di recupero di rifiuti e compostaggio con annessa sezione di produzione di energia elettrica, da realizzarsi in agro di Lecce su progetto di Ecologia Levante srl".

Le premesse sulla "non compatibilità" hanno trovato tutti d'accordo. Il Consiglio comunale non ha ancora espresso alcuna determinazione in merito alla conformità urbanistica dell'impianto; la normativa in materia di localizzazione degli impianti di recupero di rifiuti contenuta nel decreto del commissario per l'emergenza ambientale consente la realizzazione dei predetti impianti nelle aree destinate dallo strumento urbanistico ad insediamenti industriali (l'area in questione tra Lecce e Cavallino ha ancora la destinazione di "Agricola", ndr); il sito destinato ad accogliere l'impianto di compostaggio progettato da Ecologia Levante srl è stato di fatto oggetto di passaggio di discarica di rifiuti, tuttora presenti nel fondo della cava esistente; le aree urbane periferiche immediatamente contermini con il sito prescelto per la localizzazione dell'impianto di recupero di rifiuti possiedono una destinazione palesemente incompatibile con la tipologia dello stesso impianto.

Il sindaco Perrone, sposando appieno queste premesse per il no dell'Assise, ha tenuto a dire: "Questa deliberazione è già di fatto agli atti del Consiglio, anche se tutti i capigruppo avrebbero dovuto essere coinvolti e non solo il consigliere di An e quello del Pd. La questione è che la Provincia ha rilasciato un'autorizzazione su un'area la cui destinazione tutt'oggi è agricola. Noi ovviamente non siamo contrari all'impianto di compostaggio, perché sappiamo bene che è necessario per l'Ato2, ma non siamo d'accordo di realizzarlo lì. Motivo per il quale essendo Lecce città a vocazione artistica e turistica ed essendo non attrezzata di aree che possano accogliere questi insediamenti, confermiamo i punti nella premessa di Rotundo. Dal'altra parte non è possibile prevedere insediamenti industriali proprio su quelle direttrici che prevedono l'espansione di Lecce, come verso Cavallino e in direzione di Novoli".

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