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“Processo a Giulia Beccaria”, in aula da attore anche il sindaco Perrone

Nelle vesti di "attore" il primo cittadino, che prenderà parte ad un processo della storia, interpretando il padre di Alessandro Manzoni. Lo spettacolo in programma al Teatro Paisiello venerdì 14 settembre. Ingresso gratuito

 

LECCE – Il canovaccio dello spettacolo è ormai collaudato. Cambiano gli “attori” protagonisti, le trame, ma il successo di pubblico di critica è quasi sempre assicurato. In scena vanno i “processi della storia” nelle aule di tribunale, che riproducono dibattimenti su fatti e circostanze realmente accaduti. Ma c’è una novità, che esula dall’ordinamento giudiziario italiano: come accade negli Usa, qui è il pubblico, una giuria popolare ad emettere la sentenza.

A Lecce, venerdì 14 settembre, presso il Teatro Paisiello, con inizio alle 20.30, ingresso libero, andrà in scena “Processo a Giulia Beccaria”.  Sul banco degli imputati sale la mamma di Alessandro Manzoni, Giulia Beccaria, figlia di Cesare e sposa giovanissima dell'anziano conte Pietro Manzoni, che non poteva avere figli. Al momento delle nozze, Giulia Beccaria amava, ricambiata, uno dei fratelli Verri, Giovanni che, dopo le nozze tra lei e il conte Manzoni, diviene il suo "cavalier servente". Ma Giulia vuole un figlio a qualsiasi costo. E lo concepisce con l'unica persona che ama: e nel 1785 nasce Alessandro Manzoni, figlio "bastardo" di un Verri e di una Beccaria. Questa la sinossi.

E sulla scena interagiscono avvocati e magistrati famosi, che ogni giorno nelle aule di giustizia combattono duelli dialettici che determinano la sorte dei veri imputati. La scelta dei protagonisti ricade sui protagonisti di eventi di cronaca che appassionano il grande pubblico, e che forniscono agli spettatori un volto e un nome già noto. Il processo è diretto dal Presidente della corte che, interpretato da un uomo di cultura e di diritto, avrà il compito di governare l'aula durante lo spettacolo introducendo la figura dell'imputato, dando lettura del capo d'imputazione, concedendo e togliendo la parola ai protagonisti e interrogando i testimoni.

Ed eccoli allora gli “attori” che prenderanno parte al processo. Stefano Dambruoso (presidente della Corte), Carlo Scognamiglio, ex presidente del Senato, (Cesare Beccaria), il sindaco di Lecce Paolo Perrone (Giovanni Verri), Annamaria Bernardini de Pace (avvocato difensore), Myrta Merlino (imputata), Giangi Pellegrino (pubblico ministero) e Andrea Romano (testimone - Alessandro Manzoni).

 

Al termine dello spettacolo viene pronunciata una sentenza: sarà la stessa platea a decidere il verdetto, con un meccanismo di voto diretto in platea. Dopo la lettura di questo verdetto, sarà il Presidente della Corte ad emettere una sentenza, più tecnica, diversa da quella "popolare", presentando al pubblico una doppia lettura dei fatti di cui si discute.

Lo spettacolo cattura inevitabilmente l'attenzione di diverse categorie di spettatori: non solo il variegato mondo forense con giudici e avvocati, ma anche professori di diritto e studenti di Giurisprudenza, che avrebbero l'occasione di assistere in presa diretta ad arringhe e a requisitorie di oratori illustrissimi, cogliendo l'occasione di vedere all'opera colore che, pur non avendo una competenza specifica sul tema trattato o un interesse particolare sul mondo della Giustizia, sono comunque interessati a spettacoli di approfondimento di questo genere.

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