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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Centro / Piazza Sant'Oronzo

Caro bollette, la protesta: luci spente in piazza Sant’Oronzo e Sedile

Lecce aderisce all'iniziativa di Anci. Famiglie, imprese ed enti locali piegati. Il Comune ha calcolato un rincaro sulle proprie tasche di 500mila euro. Salvemini: "A rischio i servizi"

LECCE – L’ovale di piazza sant’Oronzo e il Sedile, domani, piomberanno all’improvviso nell’oscurità. Sarà una parentesi di buio della durata di mezzora, dalle 20 alle 20,30. Il modo di Lecce di protestare contro il caro bollette che – non ci fosse già la pandemia – si sta rivelando una mazzata sulle tasche delle famiglie e sulla capacità di ripresa delle aziende. E che rischia di gravare, ovviamente, anche sui bilanci degli enti locali, e, di conseguenza, sull’erogazione di servizi alle comunità.

“Caro bollette - Luci spente nei Comuni”, è il nome dato alla protesta simbolica promossa da Anci (Associazione nazionale comuni italiani), contro il rincaro dei costi energetici. Giovedì 10 febbraio, in tutte le città che intenderanno aderire, un edificio rappresentativo o un luogo significativo rimarrà all’improvviso per trenta minuti senza luce. L’amministrazione comunale del capoluogo salentino ha deciso, quindi, di spegnere in quel lasso di tempo i quattro pastorali della piazza e l’illuminazione del Sedile.

“Spegneremo la nostra piazza – dichiara il sindaco Carlo Salvemini, delegato di Anci per rifiuti ed energia – per rappresentare il disagio che vivono i nostri concittadini, chiedere ulteriori misure a sostegno di famiglie e imprese e l’istituzione di un fondo che consenta ai Comuni di reggere l’aumento dei costi dell’energia senza dover ancora una volta rimodulare al ribasso le voci di spesa per i servizi”.

“Secondo le prime stime, la bolletta energetica del nostro Comune rispetto allo scorso anno lieviterà di oltre 500mila euro”, annuncia il sindaco. “Una somma che per un ente in strutturali difficoltà economico-finanziarie come il nostro, che condivide questo stato con tantissimi altri Comuni, grandi e piccoli, in Italia, significa ulteriori rinunce. Come ha detto il presidente Anci, Antonio Decaro, è paradossale trovarsi chiamati ad un impegno straordinario sulle progettazioni per ottenere gli investimenti del Pnrr e trovarsi invece in difficoltà nel fare fronte alle spese correnti. Alle esigenze del presente”.

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