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“Dogre non rispetta l’impegno con il Comune”. Un lavoratore licenziato, colleghi in sciopero

La società che si occupa della gestione dei crediti aveva scelto di revocare i tre licenziamenti, ma un dipendente sarebbe stato comunque tagliato. Due ore di fermo per sollecitare l'intervento di Palazzo Carafa: "Urgente la convocazione della Commissione bilancio"

LECCE – Un licenziamento ancora in essere all’interno della società Dogre srl scatena il malumore dei colleghi che scelgono di scioperare. Due ore a braccia conserte, trascorse all’interno della società che si occupa del servizio di accertamento e riscossione dell’imposta sulla pubblicità, dei diritti sulle pubbliche affissioni e la tassa di occupazione degli spazi e aree pubbliche per conto del Comune di Lecce, sono servite a riportare la vertenza all’attenzione pubblica.

Ed a sollecitare l’intervento degli amministratori di Palazzo Carafa sul presunto, mancato rispetto degli impegni assunti da Dogre, a metà ottobre, in sede di Commissione bilancio. In quella circostanza, infatti, l’azienda aveva scelto di tornare sui suoi passi rispetto agli annunciati licenziamenti, revocando i tre provvedimenti che avevano riguardato anche un dirigente.

L’impegno sembrava aver calmato le acque agitate all’interno di un’azienda che impiega almeno una decine di persone a tempo indeterminato. E che, a detta degli stessi dipendenti, non starebbe attraversando un particolare momento di crisi economica. Anzi. Eppure, all’inizio dell’estate, i responsabili di Dogre avevano profilato l’ipotesi di far sottoscrivere al proprio personale i contratti di solidarietà, utili ad un taglio delle ore settimanali: dalle 38 attuali a circa 30, come raccontano gli stessi dipendenti che si sono fermamente opposti al progetto. Ritenendolo “infondato” sulla base degli utili che Dogre continuerebbe a registrare nell’esercizio della sua attività di riscossione dei crediti.

L’ipotesi di un taglio lineare sul monte ore ha messo in allarme i lavoratori, per due ragioni: sia per il carico di lavoro extra che si sarebbe sommato ad un’attività a pieno regime, spesso già impegnativa, e sia per via dei rischi sulla qualità del servizio reso ai cittadini.

Saltata l’opzione dei contratti di solidarietà, si è profilato il rischio licenziamenti sbarcato direttamente nelle stanze di Palazzo di Città: per Dogre rimaneva in piedi, infatti, l’obbligo contrattuale del mantenimento dei livelli occupazionali, assunto con l’ente appaltante. Il mancato confronto, poi, sui reali dati di bilancio societario (dati che sarebbero all’origine delle scelte aziendali) ha acceso la miccia della protesta.

Da qui la richiesta di chiarezza e verifica della situazione contrattuale dei lavoratori,  sfociata nell’impegno assunto in Commissione bilancio che, però, non sarebbe stato completamente rispettato. “Un lavoratore è stato comunque tagliato”, tuonano oggi i dipendenti in sciopero che sono tornati a sollecitare l’intervento dei dirigenti comunali, mediante la riconvocazione di un’apposita Commissione che sgombri il campo da ogni dubbio residuo. Compreso quello, avanzato da alcuni lavoratori, che l’attivazione dei contratti di solidarietà potesse essere semplicemente un mezzo per “guadagnare di più” a discapito dello stesso Comune di Lecce.

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