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Apisem e Belloluogo, Salvemini attacca il Comune Messuti: "Mischia le carte"

Per il consigliere di minoranza l'amministrazione comunale non avrebbe ascoltato il grido d'allarme lanciato nel maggio del 2012 e ora chiede una bonifica urgente. L'assessore: "Il parco non è contaminato e lo sa bene: specula sulla vicenda"

LECCE – La sentenza sul caso Apisem ha lasciato inevitabili strascichi politici, perché se da un lato Carlo Salvemini, di Lecce bene comune, rimarca la battaglia intrapresa per il parco di Belloluogo, sito vicino al deposito di carburanti dell’imprenditore Giovanni Semeraro (condannato in primo grado a due anni e sei mesi per avvelenamento colposo dovuto al versamento di carburanti nel terreno), dall’altro pronta arriva la replica dell’assessore Gaetano Messuti, che parla di “solite speculazioni politiche”.

“La sentenza ha accertato in carico alla proprietà la responsabilità penale per avvelenamento colposo della falda acquifera sottostante l'ex deposito di carburante e l'area compresa tra Studium 2000 e il Parco di Belloluogo. E disposto l'accertamento di eventuali responsabilità del sindaco e del dirigente del settore Ambiente del Comune per omissione di atti d'ufficio”, ha commentato Salvemini. “Una vicenda quindi oggettivamente grave che Lecce bene comune s'incaricò di rendere pubblica sin dalla primavera del 2012”.

“Nel centro cittadino, a poche centinaia di metri dalla sede comunale, c'è stata una dispersione di carburanti nel sottosuolo pericolosissima per la salute pubblica, accertata sin dal 2007 ma ignota alla stragrande maggioranza dei leccesi. Sta, credo, in questa considerazione la richiesta del giudice Silvia Minerva di verificare come sia stata possibile procurare un danno così grave, sotto gli occhi di tutti, senza per anni fare nulla per evitarlo o contenerlo”, ha aggiunto il consigliere d’opposizione.

“E' la stessa domanda che ci siamo posti anche noi nel corso della conferenza stampa davanti al Parco di Belloluogo il 3 maggio del 2012”, quando Salvemini e i suoi si chiesero cos’avesse fatto “in cinque anni l'amministrazione comunale di Lecce a tutela della salute pubblica”, tacciandola di aver nutrito “poco interesse” per la vicenda e di non aver maturato “una consapevolezza della gravità della situazione ambientale in essere nel cuore della città: pur essendo il sindaco la massima autorità sanitaria sul territorio, nonostante fosse noto agli uffici comunali la presenza di una contaminazione da sostanze inquinanti pericolose per la salute pubblica, e indifferente o inconsapevole di dover quanto meno proteggere un parco di prossima apertura”.

Salvemini chiede quindi una bonifica urgente. “L'apertura di questo parco urbano a ridosso di un'area che è oggettivamente un deposito di veleni rafforza ulteriormente questa necessità”.

“Le conclusione dei periti sono inequivocabili nell'evidenziare che le misure finora adottate dal proprietario non sono minimamente riuscite a rimuovere o isolare le fonti di contaminazione delle acque sotterranee – ha aggiunto -, non sono state nemmeno idonee a distanza di quattro anni a contenere la diffusione delle acque contaminate ed ad impedire il contatto con altre matrici, come avvenuto nell'area del cantiere Studium 2000”.

“Quell'allarme pubblico, quella richiesta di intervento a tutela dell'interesse pubblico non venne accolto ma respinto in malo modo”, ricorda ancora il consigliere di minoranza. “Il sindaco convocò, a distanza di settimane, una conferenza stampa per accusare il sottoscritto e Lecce bene comune ‘di aver organizzato una conferenza  senza addurre alcun dato di carattere tecnico e scientifico, frutto di elucubrazioni alimentate da un fervore di campagna elettorale; di aver voluto strumentalizzare una vicenda dolorosissima a fini elettoralistici’”.

“Spiace che debba essere una sentenza del giudice, ancora una volta, a ristabilire la verità e l'onore sui fatti amministrativi della nostra città. Spiace soprattutto non essere stati ascoltati: se si fosse agito come suggerito, seppure tardivamente, si sarebbe potuto evitare questa richiesta di indagini a carico dello stesso sindaco per omissione, che mi auguro naturalmente si chiuda senza conseguenza alcuna”.

“Spiace che la responsabilità politiche, i doveri di cittadinanza, la tutela dell'interesse pubblico debbano rimanere sempre stritolati nella polemica e contrapposizione di parte. Spiace che un clamoroso infortunio dell'Avvocatura comunale abbia escluso il Comune dal processo come parte civile, privando la cittadinanza del riconoscimento di un risarcimento danni che comunque a questo punto dovrà richiedersi con un'azione civile”, ha concluso Salvemini.

Oggi, sulla questione, interviene l'assessore ai Lavori pubblici, Gaetano Messuti. Secondo il quale Salvemini mescolerebbe artatamente le carte sul tavolo. “In politica, come nella vita, le speculazioni alla lunga non pagano. Al consigliere di Lecce bene comune fa comodo inventare un collegamento tra la vicenda dell'Apisem e il Parco Torre di Belloluogo. Una boccata di ossigeno per chi  invece di fare politica propositiva raccoglie al volo possibili espedienti utili per  mistificare la realtà e a gettare fango su questa città e su chi la amministra”.

Lo sversamento di residui di idrocarburi dei serbatoi dell’ex Apisem non ha interessato il terreno e le falde acquifere del Parco di Belloluogo”, dice Messuti. “Lo hanno confermato le analisi trasmesse al Comune dall’Arpa Puglia, ben note, peraltro, allo stesso consigliere Salvemini.  L'occasione è stata ghiotta per il consigliere ‘intellettuale’: mescolare l'indagine Apisem e l'irrigazione del Parco di Belloluogo per predicare mezze verità e dare vita a ricostruzioni di parte, con l'unico obiettivo di confondere le idee ai leccesi a suo vantaggio”.

“Il sindaco Paolo Perrone é sereno e soprattutto pronto a fornire a chi di dovere e alla città atti e documentazioni che saranno utili a confermare la legittimità delle attività dell'amministrazione e dell'ufficio comunale competente. Non è consentito però a Salvemini di recitare ruoli denigratori ai danni dell'amministrazione comunale”.

“Ancora una precisazione – conclude Messuti -: il Parco di Belloluogo non è stato chiusio e non è chiuso al pubblico, ma è aperto dalle 15 alle 20 nei giorni feriali e dalle 9 alle 20 in quelli festivi.  L'onestà intellettuale caro consigliere, nella vita non la si professa, la si pratica”.  

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