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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Perrone: "Su Via Rapolla cantonata d'Italia dei valori"

Il sindaco replica alle accuse dell'Idv sulla presunta analogia tra la lottizzazione della via e il caso giudiziario di via Brenta: "La delibera contestata non c'entra assolutamente con quella strada"

LECCE - Analogie tra via Rapolla e il caso di via Brenta e soldi pubblici, usati a scopi privati, secondo quanto sostenuto da Italia dei Valori dei Lecce. Ma per il sindaco, Paolo Perrone è arrivata la "cantonata" per D'Agata, Zazzera e company. Ma è necessario ricostruire con ordine i fatti. In una conferenza, convocata ieri mattinata, da Italia dei Valori, in contemporanea con quella del Pd sul Pug, alla presenza del coordinatore regionale del partito Pierfelice Zazzera e del responsabile provinciale del partito, Francesco D'Agata, si enuncia un assioma chiaro e diretto: c'è un evidente parallelismo tra il caso di Via Brenta, ormai noto alle cronache quotidiane e giudiziarie, e quello della lottizzazione di via Rapolla. Secondo Idv, ci sarebbe un conflitto d'interessi, sollevato peraltro già nel 2006, visto che, con la denuncia di un privato cittadino, la magistratura sarebbe stata informato sui fatti. Nello specifico, in quella denuncia privata si contestava il pagamento da parte dell'amministrazione comunale degli oneri di urbanizzazione che, in fase di convenzione erano stati assegnati a carico dei proprietari della zona, ossia i familiari dell'attuale sindaco di Lecce (con riferimento al padre di quest'ultimo).

Secondo Idv, la precedente amministrazione, guidata dall'ex sindaco, Adriana Poli Bortone, deliberò in favore del pagamento da parte dei privati degli oneri di urbanizzazione riguardanti la rete fognaria, per una spesa quantificata in circa un miliardo di lire: nella riunione di giunta del 2001, l'attuale sindaco Paolo Perrone, all'epoca assessore, non firmò la delibera in questione, in quanto decise di non presentarsi; nel 2004, secondo Idv, fu Perrone stesso a presentare la delibera contestata, ossia la 222, in cui chiedeva che gli oneri di urbanizzazione per la lottizzazione di via Rapolla fossero a carico dell'amministrazione. Su questo sospetto di scarsa trasparenza, D'Agata e Zazzera hanno sostenuto le "inquietanti" analogie col caso di Via Brenta.

Ma la dura replica di Perrone non si è fatta attendere in un intervento in serata, durante la conferenza in risposta alle accuse del Pd sulla questione Pug. E il sindaco ha voluto fare chiarezza su Idv, sottolineando un'imperdonabile "gaffe" del partito e ribattendo punto su punto le accuse ricevute dai dipietristi: "In gergo calcistico - ha dichiarato Perrone - quello di Zazzera è un autogol, probabilmente dovuto alle cattive informazioni che ha avuto dal giovane ed inesperto segretario provinciale dell'Idv, Francesco D'Agata. La convenzione della lottizzazione di cui parlano è del 1973 ed io all'epoca avevo 5 anni. Mio nonno ed alcuni miei zii erano tra i lottizzanti, che assunsero l'impegno di realizzare una serie d'infrastrutture (rete idrica, manto stradale, marciapiedi, illuminazione, ecc…). per quanto riguarda la rete fognante bianca e nere, essendo i tronconi principali allora fermi all'altezza dell'attuale circonvallazione, i singoli proprietari dei lotti per lo smaltimento dei reflui vennero autorizzati a realizzare le fosse biologiche (hemos). Al posto della fogna bianca era previsto lo sgorgo nei terreni circostanti con caditoie in ogni lotto. Le altre opere sono state tutte eseguite".

"Trent'anni dopo - ha proseguito - l'amministrazione comunale ha ritenuto di fornire quelle aree, ormai fortemente urbanizzate, anche di rete fognante bianca e nera, avendo negli anni i collettori principali raggiunto le vicinanze della lottizzazione. Questo è stato fatto lì come altrove".
Perrone ha sottolineato che "la delibera citata (n.67/04) non riguarda Via Rampolla, ma via Enna, Vicenza, Rovigo e Belluno. Quest'ultima, gioco della sorte, dove abita il giovane D'Agata, che allora fu favorito da quella deliberazione che servì a dotare di rete fognaria una zona integralmente abusiva e poi regolarizzata coi condoni".

"Inoltre - ha continuato il sindaco - l'infondatezza di queste accuse fu dimostrata da un'indagine del Pm D'Agostino a seguito di un esposto presentato in procura il 9 agosto 2006 da Giovanni Tamborrino, maresciallo d'Aviazione in pensione, noto esperto in espropri e stretto collaboratore dello studio legale Pellegrino, che riporta in modo addirittura più circostanziato le accuse di Zazzera e D'Agata. L'indagine fu archiviata ed il mio nome non è comparso nemmeno sul registro degli indagati".

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