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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Poli replica a Perrone: Fragilità politica di pensiero

In una conferenza stampa la Poli replica a Perrone dopo il ritiro delle deleghe assessorili agli esponenti di Io Sud e lo invita a dimettersi dalla carica: "Il nostro ostruzionismo? Solo un alibi"

Adriana Poli Bortone non le manda a dire. C'era da attendersi una sua veemente e decisa reazione alle evoluzioni politiche di ieri mattina al comune di Lecce. La sua esclusione, insieme agli altri esponenti del gruppo "Io Sud", dalla giunta retta dal sindaco, Paolo Perrone, non è andata giù alla senatrice, che in una lunga conferenza stampa ha voluto chiarire la propria posizione in merito alla vicenda. Un'ora circa di intervento a ruota libera su tutti i temi della politica cittadina e provinciale, per sancire, di fatto, la rottura di un patto elettorale, che l'aveva portata a sostenere e candidare il proprio successore a Palazzo Carafa, quel primo cittadino che, ora, ha deciso di voltarle le spalle, dopo, tra l'altro, le tante accuse di essere il "bambino" in braccio alla "balia".

Quel "bambino" ora è ribelle e con una mossa, peraltro lungamente annunciata, l'ha estromessa e defenestrata dalla propria squadra di governo. A nulla sono serviti i richiami della stessa Poli su elementi quali la riconoscenza politica e la fedeltà all'alleanza con gli elettori. Per questo, la Poli non ci sta ad incassare e, da imputata, accusata di aver tradito il Pdl, passa al banco degli accusatori, puntando il dito contro il sindaco e le motivazioni espresse da quest'ultimo nella lettera indirizzata ai leccesi, per motivare e spiegare il ritiro della deleghe agli assessori di Io Sud: l'eurolady, con puntualità e piglio, si è così avviata ad un'autentica esegesi del testo, criticando con minuzia di dettagli i passaggi più discussi e sottolineando come il gesto di Perrone denoti la "fragilità politica del suo pensiero".

La Poli ha contestato la modalità, attraverso la quale si è approdati all'epilogo delle ultime ore, con la creazione a tavolino di un alibi inconsistente, quello, cioè, del presunto "ostruzionismo di Io Sud" rispetto all'operato amministrativo della giunta leccese: un dato questo, che, invece, dimostrerebbe in maniera categorica l'incapacità di governare da parte dello stesso Perrone. Incapacità, che sarebbe dimostrata, secondo la senatrice, dalla scelta di una nuova maggioranza che si affida a Wojtek Pankiewicz e a chi incitava le folle in campagna elettorale proprio contro Perrone. Per questo, la Poli ha sottolineato che l'unico atto davvero necessario, se si vuole ammettere il cambiamento di una maggioranza al comune, sarebbe che il sindaco si dimettesse: "Ma, per farlo - ha dichiarato la ex vicesindaco - bisognerebbe essere dotati di dignità e di lealtà nei riguardi dell'elettorato, cosa che mi pare non ci sia assolutamente".

Non sono mancate poi stilettate al ministro, Raffaele Fitto, ritenuto a tutti gli effetti il "regista" della manovra di espulsione da Palazzo Carafa: la Poli ha evidenziato che il vero motivo che si cela dietro questa situazione è la paura dell'avanzata del movimento "Io Sud" e del suo crescente consenso, che il Pdl non sa più nascondere. Dato che starebbe facendo perdere le staffe a chi "nasce e vive sulla bugia e sulla menzogna", visto che, come ha ancora una volta ribadito la senatrice, "non c'è alcun accordo alle provinciali con Loredana Capone".

Una falsità, secondo la Poli, la teoria degli accordi preventivi con il centrosinistra, che vorrebe spostare le attenzioni rispetto agli apparentamenti reali, che Fitto stesso ha cercato per sé e che, invece, "sembrerebbe dimenticare": il riferimento va all'Udeur, alleato con il Pdl nel Salento e che ha, alla Regione, approvato il bilancio di Vendola, ma anche ad altre realtà come Casarano.

Stoccata riservata anche alla questione "G8 a Lecce": la Poli ha riferito che "solo qualche incosciente" poteva pensare di portare in città all'ultimo momento un evento del genere "senza garanzia per la sicurezza". E ora viene da chiedersi: la città da che parte sta? Dalla sua o dalla parte del sindaco?

"Paolo Perrone ha firmato la pagina peggiore della storia di Lecce": è caustico il commento che Loredana Capone, dall'opposizione di Palazzo Carafa rivolge al primo cittadino, in appendice alla vicenda dell'esclusione dalla giunta di Adriana Poli Bortone: "Notiamo un centrodestra spaccato - afferma - che si dilania in offese politiche e personali tradendo la storia e la cultura di tanti elettori che solo due anni fa avevano dato fiducia non solo al candidato sindaco ma ad una coalizione che ambiva a cucire nove anni di governo della città da parte del sindaco Poli con il futuro promesso dal suo vice Perrone. La rottura del patto elettorale con quella parte della coalizione risultata determinante per la vittoria delle elezioni e l'incapacità di rappresentare le ragioni della destra storica di Lecce, portano oggi Paolo Perrone ad una prova di forza temporanea, che non dà garanzie rispetto al percorso politico e alla chiarezza dello schieramento, debole nei numeri ma ancor più nel progetto".

La Capone sottolinea come "di fronte ad una guerra così sanguinosa a rimetterci sono i cittadini leccesi privi di guida stabile che garantisca la soluzione dei problemi e dia la rotta della città capoluogo": "Le ragioni della vendetta politica - prosegue - sembrano prevalere su quelle della sintesi amministrativa e non c'è cosa peggiore che vedere divisa in fazioni contrapposte una istituzione che dovrebbe garantire con equilibrio la soluzione dei problemi delle persone, in questo momento gravi qui come nel resto d'Italia. Non è mio costume entrare nelle liti dello schieramento avversario ma avendo a cuore il futuro della nostra città non posso nascondere l'amarezza e il disagio per questa lotta senza quartiere, avallata dagli organi superiori del partito di maggioranza relativa che peraltro nel comune non si è mai neppure costituito in gruppo". Prosegue ancora la Capone: "Il sindaco Perrone ha firmato la pagina peggiore della storia di Lecce. Speriamo solo che il prezzo da pagare per la città non sia troppo alto".

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