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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica Gallipoli

Premio Barocco: polemica rovente tra Cartenì e Barba

Nella conferenza stampa di presentazione, Cartenì annuncia il cambio della data dall'11 al 7 giugno e critica i "veti politici" sulla kermesse. Barba replica stizzito: "Dal patron continue falsità"

GALLIPOLI - Che il 41° Premio Barocco non fosse nato sotto una buona stella lo si era già capito dalla lunga tiritera sull'individuazione della location, in cui realizzare la prima serata in onda sulla Rai della prestigiosa kermesse: ma la conferenza mattutina del patron della manifestazione, Fernando Cartenì e del produttore Nello Marti, riaprono lo scenario polemico, che sembra fare ormai parte dello stesso programma.

Innanzitutto, in conferenza, è stata comunicato il cambio di data per la diretta televisiva, che non sarà più l'11 giugno, come annunciato in precedenza, bensì lunedì 7 giugno, un appuntamento che, come da tradizione, apre ufficialmente il palinsesto estivo di Rai Uno e che ritrova quest'anno la sua collocazione naturale nella terra natale di Gallipoli, dopo essere migrato per tre anni nel capoluogo leccese. Il motivo della variazione di data sarebbe dovuto al sovrapporsi di eventi nella città proprio nei giorni designati per la diretta, che avrebbe potuto rivelarsi d'intralcio per la logistica di una cittadina dalla forte vocazione turistica. L'azienda Rai, pertanto, ha aderito con disponibilità alla richiesta di variazione, anticipando la data della diretta del Premio Barocco, appunto.

Cartenì ha voluto precisare come il premio Barocco rappresenti un momento importante dal punto di vista culturale per il Salento ed uno dei pochi eventi, se non l'unico in Provincia di Lecce e in Puglia, "ad avere laureati che hanno discusso tesi di laurea che si occupano esclusivamente della kermesse salentina". Il patron non ha risparmiato critiche ai "veti politici che ruotano intorno alla kermesse" e spiega come, "dopo aver incontrato il primo cittadino di Gallipoli, in merito alla mia proposta di riportare la serata Rai nella sua location ideale, ossia l'antica ed accogliente Area Portuale di Gallipoli, il sindaco ha negato ciò giustificandosi per indirizzo politico".

Il responsabile della manifestazione ha reso omaggio all'impegno degli imprenditori, chiedendo nei loro confronti rispetto, proprio in virtù della loro scelta di "investire e credere nel Premio Barocco", nato non come "disservizio alla città": "A tal proposito - ha dichiarato -, grazie all'intervento del produttore Nello Marti presso i vertici Rai, la diretta è stata anticipata per evitare la sovrapposizione di eventi". Ma Cartenì precisa: "Faremo l'esperienza quest'anno a Gallipoli, nel caso in cui l'evento non fosse ben accetto l'anno prossimo saremmo disposti ad emigrare nuovamente. Dobbiamo avere il coraggio di dire basta, non c'è destra né sinistra. Questi eventi sono di tutta la comunità salentina. Porto come esempio Sergio Blasi. Ha creato un evento, quale è la Notte della Taranta, che fa marketing ed è la dimostrazione che gli eventi di tale importanza, fanno economia, più di uno stand alla Bit. La serata si farà a tutti i costi".

Il produttore Nello Marti sottolinea come il premio appartenga ad una città e alla sua gente, "accogliente ed ospitale". Ecco perché precisa: "In una città che ha esclusivamente vocazione turistica, ben vengano gli affollamenti di eventi importanti. Non capisco questa visione di programmare iniziative che ci hanno portato ad anticipare o posticipare un evento che viene trasmesso in prima serata, sulla rete ammiraglia della Rai. Questa storia è incredibile. Non c'entra nulla la politica in questa vicenda. C' è solo una parte esigua ed aristocratica che rema contro a questa manifestazione. Speriamo che dopo tanti anni di importanza, non possa morire così".

Ma il parlamentare del Pdl, Vincenzo Barba, già primo cittadino di Gallipoli, non ci sta e replica polemico alla conferenza stampa di Cartenì e Marti, rei di "continue falsità": "Per settimane intere - dichiara - abbiamo ascoltato che la location individuata dalla città di Lecce per lo svolgimento della serata del Premio non era considerata idonea dagli organizzatori dal momento che la Rai, improrogabilmente, per far svolgere lo spettacolo di intrattenimento, a tutti i costi, pretendeva un luogo coperto e al chiuso. Un cinema, un teatro, non uno spazio a cielo aperto. Tutto ciò, sempre a detta degli organizzatori (che un giorno dicono una cosa ed il giorno dopo l'esatto opposto) anche per problemi di carattere meteorologico, al fine di cautelarsi per evitare ogni pericolo di mancato svolgimento in caso di pioggia o condizioni climatiche avverse… Stante la noluntas del comune di Lecce a fornire agli organizzatori uno spazio al chiuso, dal momento che l'amministrazione del capoluogo era solo intenzionata a cofinanziare un evento all'aperto, abbiamo saputo che il cosiddetto patron aveva preso la strada del ritorno a Canossa nella città bella, a mo' di figliol prodigo".

Barba ricorda come Cartenì aveva scelto un teatro cittadino per far svolgere l'evento: "D'improvviso - afferma - apprendiamo, invece, tutto d'un tratto, non si capisce per quali sopravvenute novità o quali motivazioni sottobanco, che ora le esigenze sono diverse. Non più un teatro, un cinema, un luogo al chiuso, ma uno sterminato spazio all'aperto. E se piove? E se nevica? E se grandina? La Rai, improvvisamente, non ha più nulla da eccepire? Lo spettacolo, a loro detta, adesso deve essere fatto all'aperto. Di più: deve essere fatto nell'area portuale. Ancora di più: se si era organizzato qualcosa in precedenza, con oculata programmazione, deve essere abolito e smantellato perché Cartenì, non in grado di organizzare il Premio altrove, malgrado le sbandierate offerte ricevute dalla Puglia, dalla Calabria, dalla Campania e dal Trentino, adesso è ritornato e pretende spazio pensando in maniera convinta di trovarci tutti allineasti e coperti come soldatini".

Barba non risparmia critiche forti ed accuse il patron di "inutili parole", invitando pubblicamente "i media che gli vanno a rimorchio" di organizzare un pubblico dibattito sulla montagna di debiti che l'organizzazione "ha dapprima accumulato e poi accantonato negli anni e di cui sono vittime tantissimi onesti lavoratori": "Perché - chiede l'ex sindaco - di questo non si discute? Perché su questo non ci si confronta? Perché non si ha il coraggio di parlare quando c'è da parlare e si ciarla solo e soltanto di inutili baggianate o di inutili lustri che ne deriverebbero per la Perla dello Ionio a danno di tante iniziative veramente più proficue ed interessanti?"

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