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Resistenza all'Isis e costruzione di una società più giusta: l'esperienza dei curdi di Kobane

Doppia presentazione nel Salento per il volume di Ivan Grozny Compasso che nel dicembre del 2014 ha varcato, come pochi altri europei hanno saputo fare, il confine turco per raccontare la lotta dei guerriglieri all'avanzata delle truppe islamiche

COPERTINO – Nel dicembre del 2014 giornalista Ivan Grozny Compasso è stato uno dei pochissimi a raccontare dal vivo la resistenza dei curdi della città di Kobane, nel nord della Siria, all’avanzata delle truppe dell’Isis.

Da quell’esperienza, durata alcuni giorni, è nato un volume, Kobane Dentro. Diario di guerra sulla difesa del Rojava (Agenzia X), che sarà presentato domenica 18 ottobre, nella biblioteca comunale di Copertino alle 18.30 nell’ambito della rassegna Oktoberbook, e lunedì 19 nella sede di via Vecchia Frigole dei Cineporti di Puglia, alle 19 all’interno di “Guardare al presente”, rassegna su attualità, diritti umani e informazione curata dalla cooperativa CoolClub in collaborazione con (Ri)Generazione Politica e Xoff. Conversazioni sul futuro e finanziata dalla Fondazione Apulia Film Commission a valere su risorse FSC 2007-2013 “Cineporti di Puglia”.

Il libro non è solo una narrazione appassionata della lotta dei guerriglieri, ma anche un approccio al confederalismo democratico che regola l’organizzazione della società nelle tre zone autonome sorte nella Siria settentrionale, al confine con la Turchia. Un sistema di autogoverno influenzato dalle riflessioni del ivan grozny compasso-2leader curdo Abdullah Öcalan sul pensiero libertario di Murray Bookchin, scrittore e pensatore statunitense, figlio di emigrati russi, uno dei massimi esponenti del pensiero libertario del Novecento.

La presentazione di lunedì sarà seguita dalla proiezione, in anteprima italiana, di Voyage en barbarie di Cécile Allegra e Delphine Deloget (Francia, 2014, 72 minuti). Il documentario, che fa parte della programmazione Mondovisioni (selezionata da CineAgenzia in collaborazione con Internazionale) racconta la storia che parte dal Sinai, diventato teatro di una vera tratta degli schiavi: a partire dal 2009 50mila eritrei sono passati da qui, e 10mila non ne sono mai tornati. Giovani, di buona famiglia, cristiani, in fuga da una dittatura, vengono rapiti durante la marcia verso il Sudan e torturati da beduini che non hanno che un obiettivo: ottenere un riscatto dalle famiglie, come conferma l’intervista senza precedenti a uno di loro. Tre sopravvissuti ci consegnano la loro testimonianza: Germay, rifugiato al Cairo, e Robel e Haleform, che hanno ottenuto asilo in Svezia. Le loro voci sono le prime a svelare una vicenda avvolta dal silenzio, l’ennesimo dramma sulle rotte della migrazione.

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