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Quorum centrato. Plebiscito per i quattro "sì" più uno

Sul territorio nazionale affluenza definitiva al 57,1 per cento. Percentuali bulgare, con i sì tra il 96 e il 97 per cento ma nel voto all'estero il fronte del no si attesta tra il 23,7 e il 33.

LECCE - Il quorum è stato superato, la consultazione referendaria è valida. La notizia è oramai ufficiale ma il risultato era nell'aria già da mezzogiorno di ieri, domenica, quando i primi dati sull'affluenza (oltre l'11%) facevano ben sperare promotori e sostenitori dei quattro quesiti. Si è recata alle urne una percentuale pari al 57,1 per cento degli italiani residenti nel Paese anche se il dato complessivo, comprendente coloro che vivono all'estero, ha visto un leggero decremento considerando che nelle sedi diplomatiche italiane ha votato poco meno di un quarto degli aventi diritto.

Un risultato considerevole che premia la mobilitazione piuttosto spontanea che ha caratterizzato questa campagna referendaria, oggettivamente penalizzata a livello di visibilità da un dichiarato ostracismo della maggioranza di governo e "sacrificata", quanto a spazi e tempi della comunicazione istituzionale, dalla tornata amministrativa (primo e secondo turno). A livello nazionale i numeri parlano di una vittoria del sì che va da poco meno del 95 per cento per quanto riguarda il nucleare ad oltre il 96 per il secondo quesito sull'acqua (quello relativo ai costi in proporzione agli investimenti).

Per ciò che concerne la Puglia, il dato, seppur inferiore alla media nazionale, ha messo in evidenza una maggiore partecipazione rispetto agli appuntamenti del passato. Già ieri sera, tra Lecce e i comuni del suo territorio, aveva votato il 35,7 del corpo elettorale regionale. Quella di Lecce è stata la provincia con maggiore partecipazione popolare: la leadership parziale, registrata alle 22 di ieri con il 37,5 per cento, è stata confermata con il 54,2 (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=28210).

Per quanto riguarda Lecce città, il dato delle 15, relativo alle 102 sezioni, è del 52,5 per i quattro referendum nazionali e ha visto il quorum superato per tutti i quesiti, visto che c'era anche quello (consultivo) sulla cessione della marina di Casalabate ai comuni di Trepuzzi e Squinzano: la percentuale più alta si è avuta per il quesito numero 3 (nucleare) con il 52,64 % mentre quella più bassa proprio per il quesito numero 5 (Casalabate) con il 50,63.

L'esito dei referendum ha senza dubbio un forte significato, sia per la rilevanza dei temi sui quali gli italiani sono stati chiamati al voto, sia perché arrivavano a ridosso di elezioni amministrative che il centrodestra ha perso in maniera chiara. No alla possibilità di un ritorno al nucleare, no alla gestione privata dell'acqua, no al legittimo impedimento: i numeri a favore dell'abrogazione, anche a Lecce, sono stati schiaccianti (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=28214) e oscillano tra il 96 e il 97 per cento, qualcosa in più del dato nazionale.

La risposta degli italiani, comunque, non ha lasciato dubbi tanto che pochi minuti dopo la chiusura dei seggi i comitati promotori hanno iniziato a festeggiare. Si è registrata un larga vittoria a favore del sì, con poco più dell'87 per cento, anche nel referendum consultivo per il passaggio di Casalabate da Lecce a Trepuzzi e Squinzano. Il quinto di una lunga serie di sì.

Aggiornamento: affluenza definitiva al 54,8. All'estero cresce la percentuale del no.

I dati definitivi sulla partecipazione al voto nelle 1279 sedi diplomatiche dove hanno votato gli italiani che risiedono all'estero, ha permesso di determinare il dato definitivo sull'affluenza che, dal 57,1 per quanto riguarda il territorio nazionale, è passato al 54,8 considerando anche il voto dei connazionali sparsi per il mondo. L'affluenza oltre confine è stata del 23 per cento ed è interessante mettere in evidenza come i voti per il no siano stati molti di più rispetto a quanto registrato in Italia. Sul nucleare ad esempio, i favorevoli sono stati "solo" il 67 per cento. Il 25,6 per cento del corpo elettorale all'estero ha detto no all'abrogazione del legittimo impedimento mentre per i due quesiti sull'acqua i no sono stati il 23,7 e il 24,3 per cento dei voti espressi.

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