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Regionali: stallo Pd su Vendola. Pdl mette fretta a Udc

Continua l'incrocio di veti di Idv ed Udc su Vendola, mentre nel Pd crescono i malumori sulla linea di D'Alema. Emiliano non vuole candidarsi, mentre il Pdl invita lo scudo crociato a scegliere

BARI - Ore di contatti, di incontri reali e di appuntamenti saltati, di musi lunghi e di parole contraddittorie: il Pd affronta come una grana le regionali pugliesi, incagliato com'è nelle secche più o meno logiche dell'apertura al centro della propria coalizione e dell'aspirazione del presidente uscente, Nichi Vendola, di sottoporre al giudizio degli elettori il suo governo.

Saltato l'incontro nei giorni scorsi con l'Udc di Casini (a quanto pare deluso dal tavolo regionale del Pd, alla presenza di D'Alema, risoltosi in un nulla di fatto), quello interlocutorio con l'Idv non ha dato risposte più convincenti: se lo scudo crociato non sembra disposto ad accettare di partecipare a una trattativa con il Pd, con un candidato ufficiale già in corsa, l'Idv continua a riaffermare il veto su Vendola. La matassa s'intrica perché anche Emiliano, candidato alternativo in pectore, ha rotto gli indugi e ha annunciato nell'ultimo consiglio comunale a Bari di non aver intenzione di scendere in campo al posto di governatore (anche se c'è chi ritiene la mossa l'ennesimo stratagemma per depistare). Il segretario Sergio Blasi preferisce annunciare l'avvio di un tavolo per la stesura di un programma, ma senza candidato, gli altri discorsi sembrano, al momento, interessare poco.

Vendola di fare un passo indietro non ne vuole sapere: lo ha ribadito anche ieri notte partecipando al "Chiambretti Night" ed affermando come una candidatura nata attraverso una scelta di popolo, debba essere giudicata dal popolo stesso e non da tecnicismi e strategie elettorali, dettate da qualcuno che "vive a Roma". Il fronte del sostegno al presidente uscente è forte anche nel Pd: il deputato Gero Grassi ha invitato in una nota il partito a decidere in tempi stretti e ha scritto a Massimo D'Alema, sostenendo come l'allargamento delle alleanze del centrosinistra non pregiudichi la riconferma del presidente uscente. Anna Paola Concia ed un gruppo di esponenti democratici della mozione Marino (Enrico Fusco e Patrizia Calefato, tra gli altri) hanno scritto a Blasi perché confermi il sostegno a Vendola nel tavolo per l'Alleanza per il Sud. E ci sono numerosi giovani, che continuano a chiedere di non rinnegare il percorso di cinque anni di amministrazione.

Il punto, dunque, è uno: guardare ai numeri e ritenere più importante l'Udc del quinquennio Vendola o dar peso a quell'esperienza amministrativa, chiedendo che sia la Puglia a giudicarla positivamente o negativamente? Molti malumori stanno venendo fuori sulla gestione D'Alema di tutta questa vicenda: ancora una volta è forte l'annientamento reciproco di due leadership emergenti, quella di Vendola ed Emiliano, che messi l'uno contro l'altro rischiano il collasso politico. "Divide et impera", insomma.

Secondo l'Udc, se si vuole allargare al centro, significa che c'è bisogno di cambiare qualcosa: ed ecco pronti i nomi del presidente di Confindustria, Nicola De Bartolomeo (che non piace ai dipietristi) e quello del rettore dell'Università di Bari, Corrado Petrocelli. Rocco Buttiglione torna a fare il nome di Michele Emiliano, per chiudere la partita. Ma pronto a sostituire il magistrato barese ci sarebbe già uno scalpitante Francesco Boccia.

E mentre nel Pd le alternative sembrano latitare, nel Pdl si inizia a pensare di dover stringere i tempi per le proprie scelte elettorali, magari approfittando della confusione del centrosinistra e del "caso Vendola". Ecco perché il pressing sull'Udc si sta intensificando, per convincere lo scudo crociato a scegliere il centro destra sulla base del "buonsenso" e delle "affinità valoriali e programmatiche" (come più volte dichiarato in questi giorni dai vertici del Pdl regionale). Critiche dal Pdl arrivano ancora al Pd, per come nel giro di pochi giorni sia passato dalla difesa estrema del governatore uscente al considerare Vendola "un ingombro". Ma non ci sono novità sui nomi nemmeno nel centrodestra: in campo, ma dietro le quinte, resta Stefano Dambruoso, senza tuttavia le stimmate dell'ufficialità. Esattamente come accade ormai da tre mesi.

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