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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Riforma delle sedi giudiziarie, la Provincia chiede una deroga per il lavoro arretrato

Votato all'unanimità un documento per chiedere al governo di valutare l'opportunità che il lavoro giacente presso le sedi distaccate possa essere portato a termine per un periodo congruo, per evitare un ingolfamento. Due gli ordini del giorno, partiti da consiglieri di Casarano e Gallipoli

LECCE – Una deroga per smaltire il lavoro arretrato: è la proposta che arriva da Palazzo dei Celestini. La Provincia, nel corso di un consiglio monotematico, ha affrontato la questione della soppressione delle sedi distaccate del tribunale di Lecce, arrivando a condividere all’unanimità un’unica proposta, scaturita dall’unione di due ordini del giorno, quello del consigliere Gabriele Caputo del Pd, riguardante la la sede distaccata di Casarano e quello di Sandro Quintana, Salvatore Di Mattina e Stefano Minutello, su Gallipoli.

L’assise, su proposta del capogruppo di maggioranza Biagio Ciardo,  ha fatto sintesi delle due distinte istanze. Si è arrivato così al voto di un ordine del giorno con il quale “s’invita il Governo ed il Parlamento a valutare attentamente l’opportunità che il lavoro giacente presso le sedi distaccate dei Tribunali possa essere portato a termine dalle stesse per un periodo congruo, in modo tale che si eviti un allungamento dei tempi ed un ingolfamento del Tribunale della sede centrale”.

“Nel contempo – prosegue il documento - lo stesso Consiglio provinciale fa voti al Governo e al Parlamento affinché venga valutata, nel riordino generale, la conformazione geografica del Salento in modo tale da garantire una seconda sede oltre quella di Lecce, tenendo conto dei criteri oggettivi di scelta, già previsti dalla legge delega”.

Tanti gli interventi, fra cui quello del consigliere Mino Frasca, secondo cui “serve una risposta forte per evitare l’ennesimo scippo di Nardò, dove il governo regionale, e ora anche quello nazionale, fanno a gara per privare il suo territorio dai presidi di sanità, con la chiusura dell’ospedale, e anche del presidio di legalità. Nardò ha una struttura giudiziaria modello, che non merita l’azzeramento e dove lavorano, con impegno e dedizione, centinaia di operatori della giustizia. La chiusura del Tribunale di Nardò priverà il Salento e migliaia di cittadini del comprensorio del diritto alla giustizia, certa e rapida”.

Per Roberto Marra “la soppressione delle sedi distaccate del Tribunale è stata pensata nell’ottica della funzione del risparmio: una sorta di colpo di accetta netto e deciso. I ritardi dell’amministrazione della giustizia sono derivanti da questa illogica razionalizzazione delle sedi, che saranno almeno di un anno a Procura”.

Gabriele Caputo, firmatario del già citato ordine sulla sede di Casarano, ha rimarcato come “il territorio che fa capo alla sede distaccata di Casarano è da decenni caratterizzato dalla forte presenza della malavita organizzata. Prima come Pretura e, poi, come sede di Tribunale, Casarano ha sempre rappresentato un riferimento per i cittadini onesti e un simbolo di sicurezza. E, altresì, bisogna richiamare i carichi di lavoro della sezione distaccata, che la rendono seconda solo a Lecce e  in possesso di requisiti tali da risultare più efficiente ed operativa rispetto ad altri Tribunali autonomi sparsi in regioni d’Italia; dal che, più di una volta, si è preso in considerazione l’ipotesi della necessità, nel basso Salento, di un secondo tribunale autonomo, individuabile proprio nella struttura di Casarano”.

Sandro Quintana, con altri firmatario dell’ordine del giorno relativo a Gallipoli, ha poi spiegati di aver “letto la delibera del Consiglio comunale di Gallipoli che non accetta assolutamente la chiusura del suo Tribunale”, ha detto Quintana, “e anzi rilancia, affinché le strutture vicine a Gallipoli siano accorpate a quella gallipolina, ampliandola”.

Francesco Bruni ha espresso la sua “posizione, quella di assecondare il dibattito che si sta portando avanti nell’assise consiliare, dando indicazioni e proposte in questa battaglia che, come provincia di Lecce, intendiamo portare avanti. La politica, purtroppo, è stata assente su questo tema nel precedente governo e quando ha cercato di riappropriarsene lo ha fatto in modo approssimativo”. Infine il consigliere Mario Pendinelli: “Si tratta di una riorganizzazione che ha come unico obiettivo solo e soltanto il risparmio economico. Quello che noi chiediamo é di continuare ad avere la garanzia di servizi al cittadino, in una provincia come la nostra che conta oltre 900 mila abitanti”.

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