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Rotundo: "Piazza Partigiani, la Caporetto della Giunta"

Dopo l'incontro di ieri tra amministrazione e il comitato che difende la scuola materna di via Benedetto Croce, il commento del leader dell'opposizione in Comune: "Preso atto di un errore gigantesco"

LECCE - Per il capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale, Antonio Rotundo, il passo indietro dell'amministrazione su Piazza dei Partigiani è una vera e propria "Caporetto della Giunta" guidata da Paolo Perrone. Dopo mesi di braccio di ferro, di ricorsi, di annunci e di incontri anche piuttosto tesi con alcuni residenti del quartiere, ieri, finalmente, quella che sembra la decisione finale: la scuola materna resta al suo posto e l'area sarà comunque riqualificata senza nessuno stravolgimento o cessione dell'area a privati, come pure era stato paventato con l'inserimento, cui ha fatto seguito uno stralcio, del lotto di terreno nel piano triennale delle alienazioni (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=27970).

"Dopo aver tenacemente per mesi perseguito - ha dichiarato Rotundo - l'obiettivo scellerato di una variante urbanistica che avrebbe consentito di radere al suolo la scuola materna per realizzare al suo posto edilizia residenziale, la Giunta è stata costretta a prendere atto del gigantesco errore compiuto con un vero e proprio dietrofront che rappresenta da un lato la più bella vittoria dei cittadini che hanno lottato in difesa del loro quartiere e dall'altro la conferma che la città non può essere governata con decisioni dall'alto senza il coinvolgimento e la partecipazione della cittadinanza attiva".

Il leader dell'opposizione lascia intendere che quello di ieri è stato un epilogo piuttosto scontato: "D'altro canto la giunta non aveva alternative alla revoca della variante; se avesse infatti continuato sulla strada dello scontro con il comitato dei cittadini sarebbe andata incontro ad una ad una sconfitta certa considerato che la Regione difficilmente avrebbe potuto approvare una variante urbanistica in palese contrasto con l'articolo 58 della legge 133 del 2008 che non consente ai Comuni l'alienazione di beni strumentali alle funzioni proprie dell'ente". Resta poi la spada di Damocle del ricorso al Tar che dovrebbe essere discusso nel merito nell'udienza del 30 giugno.

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