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Stati generali del centrosinistra: “Dalla Puglia parta il rilancio per l’Italia”

I partiti della maggioranza in Regione invitano movimenti e associazioni agli stati generali, giovedì 12 luglio, a Bari. L'idea è rilanciare l'azione amministrativa ma anche proporre un'alternativa politica nazionale

BARI – Se nessuno mette veramente in discussione il sostegno al governo Monti fino al termine naturale della legislatura, è perché – al netto del malcontento diffuso in modo trasversale e sbandierato a uso e consumo dell’elettorato di riferimento - le opzioni politiche in campo non paiono sufficientemente credibili per mantenere il paese al di sopra della linea di galleggiamento imposta dalla tirannia dei mercati finanziari.

Una svolta la prova a dare il centrosinistra pugliese che ha convocato per giovedì 12 luglio alle 17, nella sede barese del Partito democratico gli stati generali della coalizione che sostiene la giunta Vendola, aperti ai movimenti e alle associazioni che fanno parte di quell’universo “sentimentale” progressista che ha trascinato il governatore alla sua prima vittoria e poi alla riconferma. Il punto di partenza sarà la bozza di manifesto di cui di seguito si riportano due stralci, firmata da Pd, Sel, Idv, Puglia per Venola, Psi, Comunisti italiani e Rifondazione comunista, mentre il punto di arrivo potrebbe essere una piattaforma programmatica che travalichi i confini regionali.

Con due uomini forti anche nel panorama nazionale – oltre al governatore c’è Michele Emiliano che scalpita per succedergli – la Puglia “rossa” prova dunque a elaborare un modello da esportare su scala nazionale rivendicando da una parte il buon governo e dall’altra, nonostante tutto, la capacità di interloquire con segmenti di società che altrove sono in libera uscita verso percorsi di disillusione politica.

La scadenza delle prossime elezioni politiche si intreccia dunque con la necessità di un nuovo patto costituente per rinforzare l’azione amministrativa sul piano regionale: “Il governo di centrosinistra – viene spiegato in una bozza di manifesto - guidato dal presidente Nichi Vendola ha prodotto innovazioni di grande respiro, ha proiettato la Puglia su uno scenario nazionale e internazionale, ribaltando i tanti stereotipi con cui si è soliti disegnare il Sud. Tuttavia, i cittadini hanno difficoltà a riconoscere in questa esperienza virtuosa un “modello politico”, un propulsore delle proprie speranze di riscatto. Al buon governo è mancato il supporto di una politica capace di slanci unitari e di promuovere con continuità percorsi di partecipazione e di consapevolezza diffusa dentro uno sforzo di radicamento delle politiche nei bisogni e negli interessi dei pugliesi. Quanto è emerso in Puglia dalle urne non fa eccezione rispetto al quadro nazionale. Come altrove, il centrosinistra riesce solo a restare a galla, dividendosi e risultando vincente in virtù dei demeriti altrui. Il rischio è che, come già accaduto in passato, una destra restaurata e ricompattata possa tornare egemone in un breve lasso di tempo e cancellare il patrimonio di innovazione accumulato in questi anni.  Occorre un rilancio. E occorre puntarvi tutto. Per la Puglia. Per l’Italia. Per la politica. Per la sinistra”.

“Dobbiamo sperimentare - prosegue la proposta di manifesto - modalità nuove di connessione tra il popolo e le istituzioni. Mettere insieme partiti e movimenti della società civile è un primo passo, ma non basta. La partecipazione va sollecitata, promossa, organizzata. E questo lo si fa provando a ricostruire e a mettere in evidenza il legame tra le vite minacciate dalla crisi e le politiche possibili e chiamando dunque i cittadini a decidere su come orientarle. Non bisogna limitarsi ad aprire le porte, ma occorre andare verso i cittadini, la politica non deve solo saper ascoltare, ma deve anche saper parlare. Solo così le si restituisce lustro e si combatte l’antipolitica. Solo così si ridisegna in maniera partecipata una via d’uscita dalla crisi, a sinistra. Solo così si testimonia la possibilità di costruire un mondo che ecceda la mera applicazione di ricette neoliberiste”.

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