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Il Teatro Apollo conquista i leccesi. Porte aperte per una intera settimana

Il successo dei due open days ha spinto l'assessore Luigi Coclite a organizzare altre visite guidate gratuite. Sergio Blasi loda il restauro

LECCE – Si sono concluse nel pomeriggio di oggi le visite gratuite organizzate presso il Teatro Apollo dopo l’inaugurazione di venerdì scorso con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini.

Veri e propri “open days” ai quali hanno partecipato centinaia di cittadini, suddivisi in gruppi. L’iniziativa ha avuto così tanto successo che sarà replicata per una settimana, da lunedì 13 a venerdì 17 dalle 16 alle 18 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18.

In questo modo l’assessore alla Cultura e al Marketing territoriale del Comune di Lecce, Luigi Coclite, ha inteso offrire una risposta alle polemiche sorte nell’imminenza dell’inaugurazione, da alcuni vista come un evento elitario, lontana dall’obiettivo di restituire alla città dopo tanto tempo il contenitore culturale.

L’iniziativa ha avuto grande successo e i pareri sono stati tutti unanimemente positivi. Tra coloro che hanno aderito anche Sergio Blasi, consigliere regionale del Pd e “inventore” della Notte della Taranta al quale LeccePrima ha rivolto qualche domanda.

Qual è il suo giudizio sul restauro?

“E’ sempre una grande emozione vedere un teatro che ritorna a nuova vita. Mi sembra sia stato fatto un ottimo lavoro, il foyer è molto bello e credo che la torre del palco possa consentire di ospitare eventi molto importanti e complessi”.

Resta però la questione di come gestirlo al meglio.

“Sulla governance dimostriamo ancora una volta di essere sud. Inauguriamo un teatro senza ancora sapere come gestirlo. Bisognava ragionarci su fin dall’inizio del restauro e oggi arrivare pronti. Bisognerebbe aprire una discussione vera con tutti gli operatori del territorio e trovare una giusta sintesi tra il loro coinvolgimento e uno sguardo nazionale e internazionale. Non dimentichiamo mai di essere una punta di terra che sprofonda nel Mediterraneo”.

Esiste un modello concreto di riferimento?

“Lo strumento tecnico è indifferente, bisogna capire cosa si vuole da quel teatro, ma non si può pensare di chiamare qualcuno dall’Austria, come fatto per Lecce Capitale Europea della Cultura, a dirci come si fa. La nostra è una terra che esprime grandi talenti, che spesso si affermano altrove. Bisognerebbe confrontarsi con loro, chiedere quali sono le migliori esperienze con cui hanno avuto a che fare e replicarle qui”.

“Il territorio è comunque ineludibile – ha concluso Blasi -: noi abbiamo esperienze antiche che hanno comunque tracciato una strada, penso ai Cantieri Koreja, ad Astragali e a molte altre realtà, ma penso anche alle intuizioni di Antonio Verri, di Rina Durante: il guizzo, il genio non sono mai separati delle competenze ma sempre frutto di incroci e di conoscenze”.

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