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Università e lavoro: 500 mila euro per i progetti di formazione

La Regione finanzia due iniziative di UniSalento volte all'incontro con le aziende e a ridurre la dispersione universitaria: uno studente su dieci non sostiene esami

LECCE – La Regione Puglia finanziera due progetti dell’Università del Salento dedicati all’orientamento degli studenti. Sul piatto di sono 500 mila euro a supporto di Itinera e Best Placement Unisalento.

Il primo progetto ha come obiettivo il monitoraggio del fenomeno della dispersione, affiancando gli studenti nel percorso universitario e coadiuvandoli in caso di difficoltà che impediscono un regolare conseguimento del titolo di studio. Il secondo è volto a incrementare l’occupazione effettiva dei laureati e si propone come un’evoluzione del programma di placement “settimane del lavoro” che ha conosciuto un prima edizione di grande successo, con più di trenta imprese coinvolte e la partecipazione di oltre mille ragazzi.

“Vogliamo trasformare l’ambiente universitario in un contesto più vicino ai bisogni degli studenti – ha spiegato in proposito il rettore Vincenzo Zara - con la costruzione di un percorso di affiancamento che, dapprima, aiuti l’apprendimento e che sostenga ragazzi e ragazze fino alla conclusione del percorsi di studi e alla realizzazione del proprio progetto di formazione e, poi, per un più semplice e gratificante inserimento lavorativo. UniSalento vuole divenire un punto di riferimento per giovani, capace di contribuire al pieno sviluppo delle loro potenzialità”.

Entrambe le iniziative dell’ateneo poggiano, infatti, su un dato poco incoraggiante: quasi uno studente su dieci cambia corso di laurea durante la sua carriera o si iscrive ad una facoltà senza sostenere alcun esame.

“Si tratta di dati estrapolati dal rapporto Alma diploma del 2015 che esprimono un disagio significativo, e le difficoltà evidenziate sono soprattutto di coloro che si affacciano al percorso universitario senza un metodo di studio – commenta il delegato del rettore Giuseppe Patisso -. Tutto questo può portare gli studenti a cambiare corso di studi o a abbandonare definitivamente l’università. Il nostro progetto vuole contrastare proprio tali fenomeni, ricorrenti soprattutto tra il primo e il secondo anno dei percorsi triennali e dopo la stessa laurea triennale”.

Sotto la guida di un comitato tecnico-scientifico appositamente costituito, alcuni “tutor senior” organizzeranno e gestiranno proposte laboratoriali e coordineranno le attività di “tutor studenti”. Saranno questi ultimi a entrare in contatto diretto con gli studenti, sia per condurre le stesse attività laboratoriali che per somministrare questionari specifici sul tema. Con il supporto dei ricercatori, i dati saranno poi analizzati e restituiti come linee guida per i docenti, utili a individuare le soluzioni più idonee a risolvere le criticità emerse.

I laboratori saranno promossi in forma di corsi didattici di recupero o di supporto, tarati sui bisogni espressi dagli studenti stessi: così il progetto si propone di combattere il fenomeno della dispersione universitaria, abbassando considerevolmente la percentuale di studenti che abbandonano la loro carriera per ragioni legate alla difficoltà di sostenere esami di profitto particolarmente impegnativi.

L’ateneo, inoltre, interverrà sulla percentuale di studenti iscritti che non hanno la preparazione di base necessaria, o il metodo di studio, per cimentarsi con la preparazione di un esame universitario. L’istituzione di attività laboratoriali di supporto agli studenti, gestite da assegnisti di ricerca, servirà infine per avvicinare maggiormente gli iscritti alla quotidianità della vita accademica e a fornire indicazione ai docenti per modificare le pratiche didattiche. Al finanziamento regionale (circa 250mila euro) si aggiungerà un contributo dell’Ateneo in ore lavoro per altri 44 mila 421 euro.

Per quanto riguarda il secondo progetto, l’Università punta a sviluppare un programma che permetta di transitare nel mondo del lavoro in maniera costruttiva e senza traumi. “Allo stesso modo  - sottolinea Angelo Salento, referente del rettore per il Job placement – vogliamo permettere alle imprese di conoscere persone con alta formazione da avviare al lavoro. Per far crescere le prospettive occupazionali, le imprese verranno affiancate nella costruzione di innovazione e occupazione, e aiutate a trovare le persone giuste”.

Nel corso di ciascun anno verranno organizzati 150 incontri fra aziende e studenti e potranno partecipare all’iniziativa imprese di ogni settore e dimensione. I ragazzi potranno accedere ad un servizio di consulenza preliminare ed uno di tutoraggio durante gli inserimenti al lavoro.

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