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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Vendola non molla, stoccate al Pd senza le primarie

Un video messaggio ai pugliesi, per sancire la volontà di continuare per la propria strada: Vendola non si arrende al Pd e rilancia. E intanto su internet il popolo delle primarie punisce gli ex idoli

BARI - Ma quale passo indietro? La "Puglia migliore" secondo Vendola non può prescindere da lui e da quel progetto, iniziato con il consenso popolare del 2005: così il governatore della Regione Puglia rispedisce al mittente ogni richiesta del Partito Democratico, che da Massimo D'Alema al segretario nazionale Pierluigi Bersani sino a quello regionale, Sergio Blasi, lo avevano chiaramente invitato a farsi da parte. Vendola non ci sta a tirarsi fuori dalla competizione elettorale: continua ad invocare le primarie come strumento di risoluzione delle diatribe sulla leadership del centrosinistra, sostenendo che, in caso contrario, se, cioè, il Pd riterrà opportuno saltare questo passaggio popolare, la sua candidatura diventerebbe "automatica". Vendola, insomma, tira dritto per la sua strada, non ha paura dell'eventualità di doversi confrontare con l'amico, Michele Emiliano, il quale continua a sostenere di non volersi candidare senza l'assenso dello stesso Nikita. Che, a sua volta, a domanda risponde, evidenziando di non voler far torto né ad Emiliano né a Bari: pertanto sarebbe meglio che il sindaco del capoluogo pugliese restasse dov'è.

Per sancire con più forza il proprio messaggio, Vendola ha registrato nella "Fabbrica di Nichi" una video-lettera di risposta al segretario regionale del Pd, dichiarando il proprio no deciso alla richiesta di Blasi: "Sono assediato - dichiara - da una richiesta ispirata dalla cattiva politica e da una sequela di caste visibili ed invisibili, politiche ed economiche, che cercano di trovare la soluzione finale per quella anomalia che io Nichi Vendola ho rappresentato".

Il presidente uscente critica senza mezzi termini la "casta" che lo vorrebbe far sparire con un "abracadabra"e, riferendosi alle affermazioni degli esponenti del Pd, le definisce "reiterazione monotona e stucchevole di un repertorio musicale già ascoltato troppe volte", fondato su "argomenti opachi", che non sarebbero comprensibili al popolo né a molti protagonisti della vita politica. Vendola richiama il Pd alla propria responsabilità, dicendo di trovare "incredibile" che "il teorico più appassionato delle primarie", cioè il Partito Democratico, e il segretario regionale del partito, visceralmente legato al tema delle primarie, "cancellino con un colpo di spugna" questo tema decisivo. Pertanto in nome della "buona politica", Vendola annuncia di non voler "mollare", evidenziando che se sconfitta sarà per il centrosinistra, la responsabilità non sarà da attribuire a lui, ma semmai a qualcun altro che ha voluto percorrere questa strada, piena di ombre: "Dico a tutte le caste - ha puntualizzato nel video messaggio - e a tutti coloro, che stanno giocando ad una cattiva vittoria che può produrre una pessima sconfitta, di fare un passo indietro"

Pronta la replica di Emiliano che afferma di "condividere" la lettera scritta da Blasi, ricalcando la mano che Vendola potrebbe dare alla Puglia per sbloccare l'empasse di questa situazione: secondo il sindaco di Bari, il governatore dovrebbe "scegliere il suo successore". Emiliano ha ammesso di aver messo a rischio la propria carriera politica nel recente congresso per ricandidare Vendola, ma che, uscendo sconfitto dalla corsa per la segreteria, non può che prendere atto della linea politica del partito.

In queste ore, intanto, si accalcano in maniera particolare su Facebook le attenzioni nei confronti del segretario regionale Pd, Sergio Blasi, letteralmente investito nel suo profilo da un mare di critiche e voci dissidenti sul suo atteggiamento e su quello del partito che conduce: ciò che principalmente gli viene contestato è di aver ottenuto il consenso nella campagna congressuale, facendo leva proprio sulla riconferma di Vendola quale candidato presidente della Regione, e di essersi fatto conoscere in passato quale paladino delle primarie, salvo oggi diventare difensore delle posizioni sostenute dalla dirigenza. La memoria, insomma, non sembra far difetto al popolo delle primarie, in cui spesso e volentieri il sindaco di Melpignano aveva trovato sostegno ed accoglienza. Oggi sembra tutta un'altra storia.

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