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Vertenza pista di Nardò. Capone: "Riaprire il confronto per la stabilizzazione"

L'assessore Loredana Capone ha annunciato l'apertura di un tavolo di crisi. Cgil, Cisl e Uil sollecitano la Regione sulla bozza di accordo, scettici i Cobas

LECCE – La vertenza degli operai e collaudatori della pista Porsche Ntc di Narò sembra essere tornata alla ribalta in virtù della protesta dei lavoratori accampati in presidio da una settimana all’ingresso della struttura. Ieri l’assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, ha chiesto di riaprire il confronto sull'opportunità di stabilizzazione dei lavoratori pugliesi, “ancor più oggi che si teme seriamente per le condizioni di salute di coloro i quali da giorni sono in sciopero della fame”.

“Sono certa che questa disponibilità potrà concretizzarsi in un accordo definitivo”, ha aggiunto l’assessore, annunciando la convocazione tempestiva di un tavolo di crisi in sede di task force.  

“Per la Regione Puglia rispetto e salvaguardia delle professionalità e del lavoro sono al primo posto. Perciò da subito ci siamo impegnati a dare corso a procedure che potessero garantire un futuro più certo e duraturo – si legge ancora nella nota stampa diffusa ieri - . In ultimo, lo scorso tre aprile quando la Regione ha presentato un'ipotesi di accordo oggi ancora al vaglio delle organizzazioni sindacali. Una volontà ribadita anche pochi giorni fa proprio davanti ad alcuni dei lavoratori incontrati nella sede del Consiglio regionale”.

“Pur confermando – conclude - la grande considerazione riposta dalla Regione nei confronti dell’investimento realizzato a Nardò dal gruppo automobilistico tedesco, dunque, invitiamo l’azienda a un’adeguata riflessione sui criteri adottati dal management locale per il reclutamento e la gestione della forza lavoro. Si è generata, infatti, una cattiva qualità delle relazioni con il territorio, un inaccettabile regime di precarietà occupazionale, e una condizione di permanente conflitto nei rapporti sindacali con e tra i sindacati”, ha concluso l’assessore.

A Loredana Capone hanno replicato i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, auspicando che venga convocato con urgenza il tavolo e ricordando come, dal 3 aprile scorso, le segreterie sindacali abbiano reiteratamente richiesto copia della bozza sull’ipotesi di accordo per un piano di stabilizzazioni contenente gli emendamenti, ma senza ottenere alcuna risposta.  

“La copia della bozza è indispensabile per le nostre organizzazioni al fine di poter convocare in assemblea i lavoratori– sottolineano loro - . Riteniamo incomprensibile il dilatarsi dei tempi e l’assenza di risposte da parte dell’ente regionale e dell’azienda alle nostre richieste e sollecitazioni. Un atteggiamento che provoca forte preoccupazione, soprattutto di fronte alle manifestazioni di esasperazione dei lavoratori che mettono a repentaglio la loro salute e dalle quali ci dissociamo”.

Particolarmente polemica, in relazione alla gestione complessiva di una vertenza che si trascina da anni, è la posizione espressa da Salvatore Stasi dei Cobas. “Prioritario, sul tavolo della task force regionale, doveva essere il problema della stabilizzazione dei lavoratori che ne avevano diritto in virtù dell’anzianità e dell’esperienza maturata presso la Ntc. I primi tre incontri, invece, si sono risolti in un nulla di fatto e mentre vi sono lavoratori precari e discriminati da anni, costretti a restare a casa, nell’azienda ci sono state nuove assunzioni. Noi abbiamo nettamente respinto quella bozza di accordo che nega la priorità a questi lavoratori, scavalcati dagli ultimi arrivati”.

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