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Sabato, 27 Aprile 2024
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"Un sogno di periferia": 150 studenti salentini protagonisti di un film contro il bullismo

Il lungometraggio è stato interamente girato a Leverano, in sinergia con gli enti e le associazioni del territorio. Convolte numerose scuole della provincia

LECCE - Una lezione civica sul recupero delle periferie, il riscatto, la rete, i sogni e la libertà, ma anche sul valore delle differenze che arricchiscono. C’è tutto questo e molto di più in "Un sogno di periferia", il lungometraggio presentato oggi (15 novembre) in conferenza stampa a Palazzo Adorno, che debutterà lunedì 20 novembre alle ore 17 al "The Space Cinema" di Surbo.

Il prodotto filmico è stato realizzato all’interno di un progetto finanziato con la partecipazione al bando “Il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione, con scuola capofila l'Ics "Geremia Re" di Leverano.

Il progetto ha coinvolto anche altri istituti comprensivi della provincia di Lecce: Ic “Don Milani” di Leverano, l'Ic di Porto Cesareo, l'Ic di Aradeo, l'Ic “P. Impastato” di Veglie e l'Ic “ A. Diaz” di Vernole.

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Il lungometraggio è stato interamente girato nel Comune di Leverano, in sinergia con gli enti e le associazioni del territorio.  L'esperienza ha permesso di veicolare, in maniera semplice e diretta, un messaggio forte di contrasto al diffondersi del fenomeno del bullismo.

Attraverso  la  storia  di “ Lele “  Emanuele   e  di  un  gruppo  di giovani, si scava profondo nei meandri di una gioventù dissipata, senza un vero ideale e che voler crescere troppo  in  fretta,  in  una  zona  emarginata  quale  quella  della  167,  espressione  comune  con  cui  si  intende  un'area  destinata all'edilizia residenziale  popolare.  Il  racconto  non  è  indirizzato  solo ad un pubblico di giovanissimi, ma anche a quella fetta di pubblico che ha superato da tempo l’età adolescenziale. 

La presentazione dell'iniziativa-2

Toccata anche la tematica della disabilità come differenza che arricchisce, attraverso l’amore tra due dei protagonisti, tutti studenti divenuti attori e parte attiva per tre mesi, dell’intero progetto.

“Il linguaggio cinematografico è il migliore per veicolare messaggi e valori come quelli contenuti in Un Sogno di periferia - afferma Fabio Frisenda, regista, attore professionista e collante dell’intero progetto - Se 150 ragazzi sono stati attenti e hanno lavorato senza sosta per tre mesi vuol dire che è il progetto giusto come conferma ulteriormente il coinvolgimento di ben te ministeri beni culturali, cinema e istruzione. Abbiamo portato in scena il cinema verità, quello del neorealismo che funziona, vince e arriva dritto al cuore”.

“Parlare di periferie, riscatto, differenze e anche disabilità con fermezza ma senza turbare, offendere, calcare inutilmente la mano non è stato facile - dice Graziano Tramacere, lo sceneggiatore - Ma si è rivelato comunque un'avventura straordinaria, abbiamo lavorato in punta di piedi, anche perché dovevamo rendere appetibile la trama. Non possiamo svelare tutto ma è nata bellezza” . 


 

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