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Il presidente fra presente e futuro: "Unità d'intenti e programmazione seria"

Il massimo azionista del Lecce ha fatto il punto della situazione nel momento di difficoltà dopo il fallimentare doppio turno interno. Presto un nuovo socio di minoranza e una cittadella dello sport di proprietà

LECCE – Un incontro per fare ordine, per mettere i pensieri nella successione giusta e trasmettere alla tifoseria un messaggio, forte e chiaro: l’Us Lecce è una compagine  solida, che si sta organizzando secondo una struttura aziendale fondata sulla programmazione e sulle competenze e che è determinata dall’obiettivo di riportare la squadra nelle categorie superiori nel più breve tempo possibile.

Enrico Tundo, presidente e azionista di maggioranza del club salentino, ha convocato la stampa dopo il deludente passaggio del doppio turno casalingo -sconfitta col Matera, pareggio con l’Akragas – che ha allontanato in maniera forse definitiva le speranze di raggiungere il primo posto mettendo al contempo a rischio anche l’obiettivo dei play-off.

Il turbinio di dichiarazioni a caldo, di malumori, di voci anche rispetto ad un eventuale disimpegno in caso di mancato raggiungimento della promozione in B, ha spinto il numero uno della società ad anticipare la conferenza che avrebbe voluto fare a bocce ferme, a fine stagione e a esporre una sorta di manifesto che, se da una parte conferma la volontà di lottare fino al termine di questa stagione per il salto di categoria, dall'altra indica la strada lungo la quale l'Us Lecce intende muoversi nell'immediato futuro.

Il passato

Il presidente, in premessa, ha ricordato che il nuovo corso societario è subentrato ereditando una situazione non facile dal punto di vista finanziario a causa di alcuni contratti onerosi e di una serie di spese fisse: non c’era un immobile di proprietà, ha detto Tundo, non un centro sportivo né una scuola calcio, il che comporta dei costi che altrimenti potrebbero essere dirottati sul progetto tecnico.  

La società, ha aggiunto, sta mettendo le cose a posto: tra le operazioni in cantiere, quello di una cittadella sportiva nell’hinterland – possibile anche l’acquisizione di quella di Martignano, dove il Lecce si allena – nella quale sarà possibile avviare anche quelle attività di fidelizzazione e di merchandising che altrove contribuiscono agli introiti del club. Un passo necessario e realistico, ha spiegato il presidente, perché il sogno di uno stadio di proprietà può materializzarsi solo nelle categorie superiori.

Tundo ha precisato di non voler puntare il dito contro le passate gestioni, quella dei Tesoro e quella dei Semeraro, ma di voler perseguire una gestione complessiva e non solo limitata all’aspetto tecnico e sportivo.

Il presente

Il numero uno del club ha sottolineato il gran lavoro di mister Braglia, di cui 18 risultati utili consecutivi sono una prova inconfutabile, e ha ipotizzato la causa degli ultimi passi falsi dopo l’exploit di Cosenza: “Ci ha fatto credere di avere già la promozione a portata di mano, abbiamo commesso l’errore, io per primo, di iniziare a guardare ai risultati degli altri. Ora dobbiamo pensare al Messina, non al Benevento o alla serie B”.

A mente fredda, ripercorrendo le ultime due partite, non se la sente di muovere accuse verso nessuno: “L’impegno è stato massimo, magari abbiamo sbagliato il primo tempo contro il Matera”. Tundo in questi giorni ha incontrato sia i calciatori che il tecnico, ricevendo la rassicurazione sull’estrema determinazione da parte di tutti, e ha rivolto un appello: “Bisogna rimanere tutti uniti in queste quattro gare, possiamo andare fino in fondo, magari con un pizzico di cattiveria in più”.

Il futuro

Entro giugno sarà annunciato un nuovo socio, che non è salentino e che acquisirà una quota compresa tra il 20 e il 30 per cento del pacchetto azionario. Tundo rimarrà quindi con il 51 per cento, la cordata attorno a Corrado Liguori con il 10 e Alessandro Adamo con il 9. Insomma, il Lecce è un cantiere aperto, ma per costruire fondamenta solide e non operazioni mordi e fuggi.

Il presidente ha spiegato che questa intenzione lo anima sin da quando, circa due anni addietro, durante una cena a Torino con Saverio Sticchi Damiani accettò di entrare nell'allora consiglio di amministrazione del club: "Il Lecce non appartiene a un presidente o ad una società, ma alla sua gente. Io in questi mi sono reso conto di quanto questo sia vero. Come dice Saverio la squadra è uno dei valori più importanti di questo territorio, sarebbe stato grave rischiare di perderla come pure sembrava fosse possibile che accadesse".

Oggi pomeriggio la squadra di mister Braglia affronterà al “Via del Mare” il Novoli, allore ore 16.

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