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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il ritorno di un simbolo del quartiere / Nardò

Arredo urbano, sulla fontana della villa di Nardò torna la storica “capasa”

Inaugurazione in via XX settembre. Recuperato e posizionato il grosso vaso di terracotta rimasto per decenni in un deposito di una scuola. L’intervento legato i lavori complessivi di riqualificazione della fontanina

NARDO’ – Per molti neretini non  si tratta di un semplice manufatti di decoro urbano, ma è stato già in passato il simbolo identitario di un intero quartiere e nella zona centrale della “villa”. Da ieri in via XX Settembre è tornata la storica a far bella mostra di se anche l’antica capasa. I neretini possono quindi tornare ad apprezzarla, dopo gli interventi di recupero e restauro, al centro della fontana che si trova nel cuore del piazzale.

Il grosso recipiente di terracotta, simbolo di questa area della città per un lungo periodo nel secolo scorso, è rimasta per qualche decennio in un deposito della vicina scuola e l’amministrazione comunale ne ha finanziato recupero e restauro, nell’ambito di un intervento di riqualificazione della fontana.

La ditta Sc Service ha eseguito la manutenzione degli impianti idrico ed elettrico, ha rifatto la superficie e ha ripristinato l’anello circostante con verde e piantine. La capasa è stata oggetto di un intervento di ripulitura ed è stata poi fissata, con un’anima in ferro, a una base in pietra di Apricena alta un metro.

A svelare il nuovo volto della fontana è stato il sindaco Pippi Mellone alla presenza di assessori e consiglieri comunali e di tanti cittadini. “Era un desiderio di molti neretini soprattutto dei più nostalgici e legati alle nostre radici” ha spiegato il primo cittadino, “abbiamo recuperato la capasa, abbandonata ormai da decenni, in un deposito della scuola e abbiamo colto l’occasione di impreziosire in maniera significativa il recupero della fontana della villa, aggiungendo un elemento identitario a un’operazione di decoro e arredo urbano. In tanti ricordavano la capasa, il rito delle passeggiate e il carico di significati di un simbolo della Nardò che fu. Siamo abituati a guardare al futuro, ma con il massimo rispetto delle cose belle del passato”.

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