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Lunedì, 29 Aprile 2024
Tributo ai fiorenti mestieri locali / Nardò

L’arte dimenticata dei ceramisti neretini rivive in un nuovo murale nella 167

Completata l’ultima opera di street art sulla parete laterale di un fabbricato di edilizia pubblica in via Caduti di via Fani. L’opera dell’artista spagnolo Manolo Mesa celebra l’attività delle fornaci neretine attive tra il ‘500 e il ‘700

NARDO’ - Un nuovo murale per “celebrare” l’antica e sapiente arte della ceramica di Nardò. Un nuovo intervento di street art è stato ultimato sulla parete laterale di un fabbricato di edilizia pubblica in via Caduti di Via Fani, nella zona 167. L’opera è stata realizzata dall’artista spagnolo Manolo Mesa ed è il frutto di un progetto proposto, coordinato e sostenuto dall’associazione Viavai Project, presieduta da Matteo Bandiello.

L’opera è un compendio di forme e decori “familiari” alle fornaci e botteghe della città di qualche secolo fa. Manolo Mesa ha definito il murale utilizzando la documentazione edita e visionando le varie collezioni private, dalle quali ha tratto ispirazione.

Così, dopo un attento studio, ha riprodotto quei decori più attestati e diffusi tra il Cinquecento e il Settecento: decori in porcellana “in turchino” prodotti dalle famiglie Manieri, Spada e Dello Castello, piatti policromi “compendiari” e “tardo compendiari” usciti dalle botteghe Bonsegna e Perrone, infine anforette riprodotte in primo piano.

Il murales, oltre al suo intrinseco valore artistico e al fatto di essere un formidabile elemento di arredo urbano, serve a far conoscere e avvicinare le nuove generazioni ad una pagina importante e dimentica della storia artistica di Nardò, che in quei secoli era il punto di riferimento di tutti i centri produttori della provincia di Terra d’Otranto.

Un profilo poco conosciuto della storia della città neretina infatti è quello che racconta che tra il ‘500 e il ‘700, Nardò fu un fiorente centro produttivo di ceramica smaltata, grazie alle fornaci e ai maestri locali, i cui manufatti impreziosirono le case degli alti prelati, dei nobili e delle classi agiate. Un “capitolo” di storia emerso grazie al lavoro di ricerca svolto in quasi vent’anni da Riccardo Viganò.

“Il murale celebra la ceramica di Nardò, una storia di artigianato e molto altro lunga qualche secolo, riemersa grazie all’appassionato lavoro di ricerca svolto da Riccardo Viganò” spiega, con orgoglio, il consigliere delegato alla Street Art, Gianluca Fedele, “ci siamo affidati al talento sconfinato di Manolo Mesa, uno degli artisti più bravi e conosciuti del muralismo spagnolo, per sublimare questo aspetto dimenticato del nostro passato, per farlo conoscere ai più giovani e per trasformarlo in opera d’arte, infine per rendere più bello un angolo della città. Va detto che attraverso questo murale, l’ottavo in pochi anni, vogliamo porre le basi per la riscoperta e la valorizzazione di tecniche antiche, un progetto su cui stiamo lavorando con l’assessora Giulia Puglia”.

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