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Nardò Nardò / Via Duca degli Abruzzi

Colpo da 160mila euro in gioielleria, i due presunti rapinatori scelgono il rito abbreviato

Il 3 agosto scorso presero di mira la rivendita "Re dell'Oro", in via Duca degli Abruzzi, a Nardò, fingendosi interessati ad un eventuale acquisto. Quando i clienti presenti uscirono dai locali, terrorizzarono proprietario e due commesse

LECCE – Hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato Marco Russo, 21enne, e Davide Di Lena, 23enne, entrambi di Brindisi, accusati di aver messo a segno la rapina avvenuta la mattina del 3 agosto scorso. Quel giorno, i due giovani si sarebbero introdotti nella gioielleria “Re dell’Oro”, in via Duca degli Abruzzi a Nardò, fingendosi persone interessate a un acquisto e attendendo che i veri clienti uscissero, per entrare in azione. Il rito abbreviato si svolgerà dinanzi al gup Cinzia Vergine.

A loro gli investigatori giunsero seguendo i passaggi di mano dei gioielli e risalendo infine alla fonte, in modo definitivo, grazie alle testimonianze e al riconoscimento dei loro volti in fotografia. A tradirli, all’origine di tutto, fu l’accento, ben riconosciuto dalle vittime. Fu una commessa ad aprir loro la porta blindata del negozio. Ben vestiti, volti rigorosamente scoperti, come impone la tecnica (usata da loro predecessori in diverse occasioni), sembrarono subito normali clienti, chiedendo di visionare alcuni gioielli.

Solo quando altre persone, fra cui una coppia con un bambino di pochi anni, uscirono dalla gioielleria, uno dei due dei due cambiò all’improvviso atteggiamento, afferrando una commessa per il collo, puntandole una pistola alla tempia. Il complice, da par suo, colpì alla spalla il proprietario, spingendolo per terra e legandogli mani e piedi con fascette di plastica, chiudendogli infine la bocca con nastro adesivo. Allo stesso modo, i rapinatori immobilizzarono le due commesse del negozio. Un colpo che permise loro d’impossessarsi di gioielli per un valore di 160mila euro.  Solo dopo diversi minuti una commessa riuscì a tagliare il nastro con cui era stata legata usando delle forbici, per poi slegare anche la sua collega e il titolare.

DI_LENA_DAVIDE-2Sulle tracce dei due criminali si misero subito gli investigatori del commissariato neretino, con il supporto della squadra mobile di Lecce. Ottenuta una dettagliata descrizione dei rapinatori, i poliziotti tennero a mente anche il dettaglio del marcato accento brindisino. Fra i sospettati principali, apparve subito il nome di Marco Russo, già in carcere dal 21 agosto per la rapina a mano armata nella gioielleria “Kloof” di Martina Franca, in provincia di Taranto, in cui uno degli autori si era dato alla fuga subito dopo il colpo, costringendo un automobilista ad accompagnarlo fino a Brindisi, dove poche ore dopo era stato individuato e catturato dalla squadra mobile.

RUSSO MARCO-2Ai testimoni del colpo di Nardò furono quindi fatte visionare fotografie di vari sospettati, fin quando, senza ombra di dubbio, non furono riconosciuti il già citato Russo e Davide Di Lena corrispondenti in modo preciso alla descrizione fornita dalle vittime, autori di altre rapine con le stesse modalità, e trovati in possesso di gioielli di “Re dell’oro”. Il 20 settembre scorso, concordando con gli investigatori, su richiesta del pm Carmen Ruggiero, il gip Alcide Maritati emise un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dagli agenti commissariato di Nardò, guidato dal vicequestore aggiunto Pantaleo Nicolì.

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