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Giovedì, 25 Aprile 2024
A Santa Cesarea Terme / Santa Cesarea Terme

Carmelo Bene “lascia” Otranto: le sue spoglie trasferite nel cimitero di Vitigliano

I resti mortali dell’artista e cittadino onorario idruntino, dopo due decenni, tornano nei luoghi d’origine della sua famiglia per effetto di una lunga e complessa battaglia legale

OTRANTO/Vitigliano (SANTA CESAREA TERME) – Il “genio” cambia di nuovo “casa”, o forse, semplicemente ritorna nella “propria”, ammesso che nella sua testa esistesse davvero l’idea di un posto in cui fermarsi definitivamente: le spoglie di Carmelo Bene, che erano accolte nel cimitero di Otranto, praticamente dall’indomani della sua dipartita terrena, sono state trasferite a Vitigliano, frazione di Santa Cesarea Terme, da dove proveniva la sua famiglia.

Un nuovo tassello di un viaggio personale, che si consuma in un insolito silenzio: l’artista si ricongiungerà idealmente ai suoi famigliari, alla madre Amelia e alla sorella Maria Luisa, dentro la cappella privata che porta il suo cognome.

Un ultimo percorso per l’uomo, “macchina attoriale”, nato nel sud dei sud dei Santi, che ha scomposto e riscritto la storia del teatro, esponente della “neoavanguardia”, avvenuto nella massima discrezione, in una quiete assordante che sembra contraddire una vita così spesso sotto i riflettori, chiacchierata per le provocazioni di cui Bene è stato portatore e maestro.

Le battaglie legali su questo passaggio si perdono nel tempo, così come tutto ciò che ha riguardato la questione scottante dell’eredità: già all’indomani della morte di Bene, infatti, la sorella rivendicava la necessità di ricongiungere le ceneri del fratello Carmelo a quelle della famiglia nel territorio di Santa Cesarea Terme e, nello specifico, a Vitigliano, perché appunto quelli erano i luoghi delle origini e, allo stesso tempo, quelli che avevano partorito l'opera, che ancora oggi, per molti critici ed esperti, resta il capolavoro dell'attore e regista, ovvero "Nostra Signora dei Turchi", con cui alla mostra internazionale del cinema di Venezia ottiene il premio della giuria. 

La ex moglie, Raffaella Baracchi, invece, aveva predisposto la tumulazione nel cimitero di Otranto, dove lo stesso Bene risiedeva da tempo ed era diventato qualche anno prima cittadino onorario, trovando dimora nella casa museo nella zona dei Bastioni dei Pelasgi. Anche Campi Salentina, dove Bene era nato e aveva vissuto la sua formazione quando il padre Umberto dirigeva un tabacchificio, ha sperato a lungo di poter riportare a “casa” i resti dell’artista.

La lunga discussione e la diatriba giudiziaria sulla sepoltura sono giunte, dopo anni, a questa evoluzione col “maestro” che, dentro questo triangolo salentino, ritorna a Vitigliano. Chissà se sulla sua tomba qualcuno scriverà quel passaggio di S.A.D.E. che Bene stesso aveva ipotizzato come suo epitaffio: “Mi ostino a vivere perché ‘Anche da morto io continui a essere la causa di un disordine qualsiasi’”.

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