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Doccia fredda per il Salento / Otranto

Capitale italiana cultura 2025: Otranto esclusa dalle dieci finaliste

Nulla da fare per la realtà salentina che aveva presentato la propria candidatura: per la Puglia resta in corsa Monte Sant’Angelo

OTRANTO – Fuori dalle dieci finaliste per la corsa a “Capitale della cultura 2025”: altra brutta notizia per la città di Otranto, che non riesce, dunque, ad entrare col proprio progetto nell’elenco di realtà che concorreranno all’importante riconoscimento, che permette di ottenere una dotazione finanziaria di un milione di euro per progetti culturali e conseguentemente tanta visibilità sul piano turistico.

La città dei Martiri, che aveva presentato un dossier all’Università del Salento, aveva realizzato una proposta di candidatura, condivisa con esperti e con un proprio coordinamento. Otranto compariva nelle quindici realtà concorrenti, ovvero Aosta, Asti, Peccioli, Assisi, Orvieto, Spoleto, Bagnoregio, Roccasecca, Pescina, Sulmona, Monte Sant’Angelo, Reggio Calabria, Agrigento ed Enna.

Il primo verdetto era atteso per il 15 novembre, ma la nascita di un nuovo governo aveva spinto a posticipare le date previste: oggi, dunque, la prima risposta nell’iter che avvicina alla scelta definitiva ed è negativa per Otranto che è tra le cinque escluse, che sono Peccioli, Sulmona, Enna e Reggio Calabria.

Restano in corsa tre città dell’Umbria che segna una clamorosa tripletta con Assisi, Orvieto e Spoleto, che dovranno contendere lo scettro ad Agrigento, Aosta, Asti, Bagnoregio (Viterbo), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Monte Sant’Angelo, nel Foggiano, che resta l’unica pugliese in corsa. Le proposte saranno illustrate nel corso delle audizioni pubbliche previste il 20 e 21 marzo a Roma, nella sede centrale del ministero della cultura e successivamente si passerà alla scelta della città vincitrice.

Per quanto riguarda Otranto, trapela delusione per il lavoro compiuto in questi mesi, anche in virtù del recente confronto con il ministro Fitto e per quella che veniva ritenuta una grande opportunità per il tessuto socio-economico del territorio, ma soprattutto per risollevare l’immagine di una comunità colpita dalle recenti inchieste giudiziarie che hanno portato al commissariamento del Comune.

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