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Domenica, 28 Aprile 2024
Entro gennaio

Castello Carlo V: il Comune restituisce la propria parte al Demanio

Lo ha deciso la giunta. Attualmente il maniero è già per tre quarti nella disponibilità della Soprintendenza

LECCE - Sin dal 2011 il Comune di Lecce ha provato ad acquisire dal Demanio, a titolo non oneroso, l'intero Castello Carlo V. L'operazione, che è riuscita nel caso delle Mura Urbiche, dell'ex Convento degli Agostiniani e dell'attuale sede del Must (ex monastero di Santa Chiara), non è però mai andata a buon fine perché una parte del maniero risulta in uso alla Soprintendenza, dipendente dal ministero della Cultura.

L'esigenza di incamerare il maniero nel proprio patrimonio nasceva dall'esigenza di definire una gestione unica e quindi una fruizione più agevole e continuativa da parte dei visitatori: nonostante nel lontano 1983 il Comune avesse ottenuto in uso l'intero complesso, di fatto negli anni successivi la porzione nella disponibilità del Comune si è progressivamente ridotta fino a quarto dell'immobile, che è la fortificazione più grande di tutta la Puglia. Non vedendo sbocchi immediati alla situazione, il governo cittadini ha deciso nella seduta di giunta di ieri, di restituire entro la fine di gennaio la propria parte: si tratta, nello specifico, della sala che ha ospitato l'infopoint al piano terra e di quelle al primo piano, mentre prigioni, camminamenti, sotterranei, chiesa di Santa Barbara e Museo della Cartapesta sono nella disponibilità della Soprintendenza (che da anni sta conducendo anche lavori di restauro e riqualificazione). 

“Nell'attesa che si creino le condizioni per riavviare l'iter di acquisizione dell'intero Castello attraverso il federalismo demaniale con un opportuno progetto di valorizzazione, è più utile per la città – dichiara il sindaco di Lecce Carlo Salvemini – che il Carlo V sia interamente nella disponibilità di un solo ente, in questo caso il ministero della Cultura, che ne ha in uso i tre quarti degli spazi. Mantenere solo una piccola parte dell'opera fortificata a fronte di un canone annuo da corrispondere al Demanio che è stato rivalutato in circa 160mila euro, al quale vanno aggiunte le spese finora a carico del Comune di custodia, pulizia, utenze, non è nell'interesse della città”. Per quanto riguarda l'info point, l'intenzione dell'amministrazione è quella di trasferirlo all'intero del Chiosto dei Teatini, affidando la gestione, tramite bando, a operatori qualificati.

Con il Demanio il Comune ha un'altra partita in corso: quella relativa al debito maturato da Palazzo Carafa nei confronti dell'agenzia per il mancato pagamento del canone di concessione del castello dal 2005 al 2019. La trattativa la sta portando avanti lo stesso sindaco, Carlo Salvemini, e lo sbocco dovrebbe essere un accordo di transazione. Nel discorso rientra anche il trasferimento disposto dal Comune a favore del Demabio del terreno dove sorgerà la nuova questura (per quello invece destinato al comando dei vigili del fuoco, in cerca di un'altra e più funzionale sede, il ministero dell'Interno ha fermato l'operazione). 

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