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Domenica, 28 Aprile 2024
Vittoria per la Puglia

Fermo pesca riccio di mare, respinta l'impugnativa del governo su legge regionale

Esulta il promotore Paolo Pagliaro per la decisione della Consulta che di fatto ha condiviso lo spirito e le finalità della normativa: “Possiamo difendere il nostro mare e le specie a rischio”

BARI/LECCE – La legge regionale sul fermo pesca del riccio di mare è in vigore da maggio scorso e prevede sanzioni per chi violi le norme a tutela dell’ecosistema e dei suoi equilibri. Eppure il governo italiano, attraverso il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, aveva ritenuto il provvedimento, approvato dalla giunta pugliese nel maggio 2023 su iniziativa del consigliere regionale di opposizione, Paolo Pagliaro, in contrasto con le indicazioni nazionali e un’invasione di campo e competenze.

La Corte costituzionale, però, chiamata a dirimere la questione ha giudicato infondato il rilievo di illegittimità contestato dal governo sulla questione del fermo pesca del riccio di mare. Esulta, pertanto, il promotore della legge, Pagliaro, che parla di “vittoria su tutta la linea” e ricorda lo scopo di quel provvedimento nato per tutelare una specie ormai pressoché sparita, con grave danno per la pulizia dei fondali marini.

La Consulta ha di fatto respinto le basi dell’impugnativa del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie, contestando i presunti contrasti con la normativa statale, internazionale ed europea in materia di ambiente e mare, ed in particolare la violazione dell’articolo 117, comma 2, lettere a) e s), della Costituzione che affida al governo centrale la tutela dell'ecosistema e dell'ambiente.

“Questa sentenza – commenta il capogruppo di La Puglia Domani - è una pietra tombale sulle presunte ‘invasioni di campo’ obiettate dal governo nella sua impugnativa, in materia di pesca”.

C’è solo una correzione di forma da fare, ovvero alla definizione "mare territoriale" va sostituita la dicitura "spazio prospiciente la costa". Ma “di fatto – spiega -, la Consulta ha condiviso lo spirito della legge e le sue finalità. E dunque ha dichiarato non fondata l'eccezione del governo su un presunto ‘sconfinamento’ di competenze regionali”.

Condivisi, dunque, le finalità e lo spirito della legge: “Questa sentenza – conclude Pagliaro - crea un precedente perché definisce in maniera chiara le competenze della Regione in materia di salvaguardia del nostro mare. Resta salva la legge, in vigore ormai da nove mesi, che mira alla tutela di una specie in estinzione e fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema del nostro mare”.

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