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Domenica, 28 Aprile 2024
Indagine aggiornata

Interruzione di gravidanza: tra obiezione e dati incompleti

La piena attuazione della 194 è di fatto ostacolata anche dalla difficoltà nell'accesso alle statistiche. Per il 2021 il tasso di obiezione tra i ginecologi del “Vito Fazzi” è dell'80 percento

LECCE – Secondo l’aggiornamento dell’indagine “Mai dati” di Chiara Lalli e Sonia Montegiove, resa nota insieme all'associazione Luca Coscioni, la Puglia è la seconda regione, sulle dieci per le quali sono stati reperiti i dati più recenti (2021), per tasso di obiezione di coscienza rispetto all’interruzione volontaria di gravidanza (ivg).

Otto strutture ospedaliere su 35, infatti, registrano il 100 percento di obiezione da parte dei ginecologi in servizio e di questi otto centri uno è anche formalmente abilitato per l’interruzione volontaria.

La difficoltà di accesso alle statistiche e il mancato aggiornamento delle stesse sono uno dei tanti problemi collegati all’applicazione della legge 194 che dal 1978 consente di abortire nei primi 90 giorni di gestazione o fino al quinto mese per specifiche ragioni terapeutiche. Nei fatti quello che è un diritto riconosciuto nell’ordinamento diventa una montagna da scalare.

È di tutta evidenza oramai che una serie di ragioni impediscono la piena attuazione della legge e questa reticenza si nota anche con l’estremo ritardo con cui viene presentata al Parlamento la relazione sull’applicazione della 194. Dovrebbe essere a cadenza annuale, ma l’ultima attualmente disponibile sul sito del ministero è del 2019. Difficile dunque anche avere un quadro attuale della situazione e non è un caso che le due autrici dell’indagine abbiano dovuto fare ricorso all’istituto dell’accesso civico presso le Asl italiane per avere i dati di cui avevano bisogno.

“In occasione della presentazione degli ultimi dati di questa indagine, che risultano più aggiornati di quelli ministeriali e più dettagliati, perché sono per singola struttura e non per media regionale, chiediamo al ministro di attivare tutti i suoi poteri per la corretta applicazione della legge 194 – hanno commentato Lalli e Montegiove. “Queste mappe purtroppo sono solo parzialmente utili perché senza un flusso continuo i dati ricevuti invecchiano subito, ma sono la direzione verso cui dovrebbe andare il ministero invece di continuare a pubblicare un lungo documento in formato pdf. La recente pubblicazione da parte del Ministero delle tabelle in formato excel non risolve i difetti principali: i dati sono vecchi (2020), aggregati per regione e non per singola struttura. Rinnoviamo dunque la nostra richiesta all’attuale ministero: sarebbe davvero un piccolo sforzo per la Pubblica amministrazione, ma uno sforzo dovuto e che avrebbe molte conseguenze positive”.

Focus sulla provincia di Lecce

Per quanto riguarda i punti Ivg della provincia di Lecce, il quadro è il seguente: al “Vito Fazzi” risultano effettuate 739 ivg, con 17 ginecologi obiettori su 21 (81 percento). Il tasso scende tra i 55 anestesisti dove sono solo 4 gli obiettori, mentre tra il personale sanitario non medico (33 unità) gli obiettori sono 22 (67 percento).

Qui la mappa dell'indagine

All’ospedale di Scorrano su 10 ginecologi ben 7 sono obiettori di coscienza, tra gli anestesisti sono 8 su 14, tra il personale sanitario non medico sono 34 su 48. Al “Ferrari” di Casarano nel 2021 sono state fatte 125 ivg: non risultano dati per i ginecologi, ma tra i 10 anestesisti 5 sono obiettori. La percentuale tra il personale sanitario non medico arriva invece all’80 percento.

Per quanto riguarda gli ospedali con reparto di ginecologia, ma che non sono punti ivg: a Gallipoli sono obiettori cinque ginecologi su nove, otto anestesisti su 13, 36 unità di personale sanitario su 52. Al “Cardinale Panico” di Tricase sono tutti obiettori così come alla casa di cura San Francesco di Galatina.

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