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Diversi gli aspetti da chiarire

Parco archeologico di Rudiae: visite sospese, rebus sulla fruizione

La convenzione tra Soprintendenza, che ha la competenza sul sito, e Arva Srl è scaduta a dicembre. L'accesso è stato garantito fino a ieri, quindi lo stop che penalizza l'offerta culturale della città

LECCE – Le visite del Parco archeologico di Rudiae sono al momento sospese. Con un tempismo davvero infelice l’offerta culturale della città perde, almeno per il momento, uno dei suoi pezzi pregiati.

La comunicazione è stata data questa mattina da Arva Srl, spin off dell’Università del Salento che nel 2018 aveva firmato una convenzione con la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, da qualche mese diretta da Francesca Riccio.

Quell’intesa è scaduta nello scorso dicembre senza che procedesse a tempestivo rinnovo né si provvedesse a varare una modalità alternativa che consentisse la fruizione del parco con continuità. Eppure, dall’inizio di gennaio fino a ieri, domenica, il tour guidato alla scoperta degli scavi archeologici di Fondo Acchiatura e dell’Anfiteatro romano, risalente ai primi anni del II secolo dopo Cristo è stato comunque assicurato nei fine settimana.

La sospensione delle visite arriva proprio nel momento in cui, con la bella stagione, si punta a ripartenza in grande stile del comparto turistico: già da diversi giorni, in realtà, sono presenti a Lecce i primi gruppi organizzati di turisti, soprattutto stranieri. Lo stand by che si è determinato impedisce la fruizione del sito - erano state già programmate visite per sabato 16, sabato 23, domenica 24, lunedì 25, sabato 30 e domenica 1 maggio -, ma anche la progettazione delle attività a medio termine: il parco archeologico, va ricordato, è stato sede di eventi culturali, come spettacoli teatrali e concerti.

Le istituzioni, a partire dalla Soprintendenza che ne ha la diretta competenza (e che nel 2018 aveva deciso di procedere con la convenzione con Arva), sono chiamate a colmare, possibilmente senza ulteriori indugi, il vuoto che si è creato e che era prevedibile poiché la data di scadenza della convenzione era ampiamente nota. Questo ritardo merita dei chiarimenti che i soggetti preposti devono dare alla comunità (abbiamo provato a metterci in contatto con la dirigente Riccio, ndr).

Una città come Lecce non può, infatti, permettersi passi falsi del genere: si dovrebbe puntare senza esitazioni a un piano strutturale di gestione che possa garantire flussi costanti e superiori a quelli attuali – dai 4 ai 5 mila visitatori all’anno – e consolidare il percorso di valorizzazione intrapreso negli scorsi anni. 

Qui la nota di replica della Soprintendenza

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