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Cronaca Leverano

Estorsione e minacce di morte a un avvocato: condannato a 6 anni e mezzo

E’ la sentenza emessa dal giudice Sernia nei riguardi di un 55enne residente a Martano, accusato di aver preteso soldi con la violenza per riparare il mezzo che gli era stato venduto a neppure mille euro

LEVERANO - E’ stato condannato a sei anni e mezzo di reclusione Nunzio Vallefuoco, 55 anni, originario di Giuliano in Campania, ma residente a Martano, accusato di estorsione, tentata estorsione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni, nei riguardi di un avvocato di Leverano dal quale avrebbe preteso somme di denaro ritenendo fossero necessarie a riparare l’autovettura da lui acquistata.

La sentenza è stata emessa ieri nel processo di primo grado dal giudice Stefano Sernia, al quale la pubblica accusa aveva richiesto una condanna a tre anni.

Le motivazioni del dispositivo con il quale è stato imposto all’imputato anche il pagamento di una multa di 1.800 euro, saranno depositate entro novanta giorni.

Certo è che, stando alle carte dell’inchiesta, dopo l’acquisto del mezzo, una Fiat a metano, che era stato messo in vendita, alla fine del gennaio 2020 su subito.it., con la chiara indicazione “per pezzi di ricambio”, al prezzo di mille euro, proprio in ragione del considerevole chilometraggio, Vallefuoco avrebbe tormentato il legale (da febbraio a marzo dello scorso anno).

In particolare, secondo l’accusa, in una circostanza, il 55enne si sarebbe fatto consegnare 300 euro, dopo aver minacciato il malcapitato in questo modo: “Io sono uscito dal carcere e volevo mettermi la testa apposto, ma se non mi fai il motore nuovo o non mi dai tutti i soldi indietro anche del passaggio, le cose finiscono male e comunque io da qui non me ne vado… da qui non te ne vai se non mi dai indietro i soldi”.

In un’altra occasione, attribuendo al venditore la responsabilità di alcune presunte irregolarità sul certificato di proprietà, in considerazione delle quali gli sarebbe stata sequestrata la macchina, il contenuto delle minacce sarebbe stato ancora più pesante: “Vengo a casa e ti prendo per l’orecchio… ti brucio la casa, la macchina e tutta la famiglia”.

L’uomo, che fino ad allora non aveva denunciato, temendo per la propria incolumità e per quella dei suoi familiari, alla fine trovò il coraggio di chiedere aiuto magistratura, segnando così l’apertura del procedimento.

Durante il processo, nel quale ha scelto di non costituirsi parte civile, ha raccontato di aver venduto il mezzo a 680 euro perfettamente marciante, come avrebbe constatato il suo meccanico di fiducia, e che dunque i guasti segnalati dall’acquirente sarebbero stati solo un pretesto estorsivo; tant’è che decise di far firmare la "consegna" dei soldi contanti proprio per precostituirsi una prova.

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