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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Tricase

Acciuffata la banda: "tabula rasa" sui colpi seriali

I carabinieri di Tricase hanno eseguito cinque arresti. Ne manca all'appello ancora uno. Dal postamat di Corsano, alle auto, fino ai furti in bar e appartamenti: oltre una ventina i colpi attribuiti

TRICASE - I carabinieri hanno fatto vera e propria "tabula rasa". E' questo il nome scelto per l'operazione che ha portato all'emissione di sei ordini di cattura nei confronti di altrettante persone, sospettate di fare parte di un sodalizio criminale dedito ai furti di ogni genere (nel computo finale, anche una tentata rapina), specie nel sud Salento. Si tratta di Antonio Malberba, 37enne di Cellino San Marco, Antonio Fernando Vizzino, 27enne di Supersano, Emanuele Toma, 29enne di Taurisano, Edoardo Preite, 22enne di Taurisano, Antonio Sabato, 34enne di Taurisano e Daniele Rocco Marra, 33enne di Supersano. La cattura è avvenuta questa mattina. Al momento manca all'appello soltanto Toma. Preite è stato acciuffato nella serata, dopo un giorno di latitanza.

E' stato un lavoro particolarmente difficile, quello condotto dai carabinieri della compagnia di Tricase, comandati dal capitano Andrea Bettini, per via del modus operandi atipico di questa presunta banda, tanto esperta nell'escogitare furti complessi persino sul momento, quanto caotica nello stile di vita. Più volte intercettati (nell'indagine non sono mancati i mezzi tecnici più sofisticati) e seguiti a distanza per tentare di acciuffarli in flagranza di reato, dopo aver studiato dei colpi, questi sarebbero saltati all'improvviso per i motivi più bizzarri: dalla partita a carte, irresistibile passatempo, alla pizza in compagnia. Eventi magari seguiti da furti non programmati, verificatisi in altre zone. Appunto, inventiva pura. E così, se i carabinieri in qualche caso si sono trovati davanti all'appartamento X, sperando di coglierli con le mani nel sacco, loro, magari, quella sera stessa, erano finiti per trovarsi davanti all'abitazione Y.

Per il comandate provinciale dell'Arma, il colonnello Maurizio Ferla, è un importante risultato, quello raggiunto dagli uomini della compagnia di Tricase, perché porta un po' di serenità nei cittadini. Le statistiche parlano di una decisa impennata di furti e rapine, ma, come ha precisato lo stesso comandante, nella maggior parte dei casi, il tipo d'azione evidenzia come si tratti di solito di poche bande che agiscono in modo seriale. Fermarle non è semplice e non dipende in maniera esclusiva dalla prevenzione sul territorio, che pure le forze di polizia attuano con costanza. E in effetti, in un caso come questo, c'è voluto acume investigativo per identificare e bloccare i vari membri del sodalizio.

La chiave di volta è arrivata dopo il vero e proprio colpo grosso, messo a segno nella notte fra il 16 ed il 17 giugno del 2010, a Corsano, quando, a bordo di un escavatore New Holland, fu sventrato l'ufficio postale (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=21136). I carabinieri hanno confrontato tutti i tabulati telefonici delle ore precedenti in quella zona, notando un traffico intenso fra alcuni numeri di cellulare in particolare, specie in certe fasce orarie e risalendo così alle identità dei possessori.

Si è così ricostruito nel dettaglio quanto avvenuto nei giorni precedenti e fino a quella notte: oltre all'escavatore, vennero usati un Ducato rubato a Salve per caricare il postamat, ed una Lancia Lybra per trascinarlo in campagna. Ma le mazzette civetta fecero il loro dovere, macchiando le banconote e rendendole inutilizzabili.

Da qui, il via ad un'indagine che ha portato ad attribuire al gruppo un numero spropositato di episodi. Nel giugno del 2010, un furto di autovettura e di altri oggetti a Tiggiano, quello di furgone a Salve, di una macchina operatrice ad Alessano, di un'alta auto a Montesano Salentino e del già citato postamat a Corsano; ad ottobre del 2010: un furto in una sala giochi di Poggiardo e la ricettazione di un'auto rubata a Lucugnano; nel novembre del 2010: un furto di auto a Cursi, quello di animali e mezzi agricoli a Patù (alcuni maiali sarebbero stati mangiati o offerti persino in dono alle fidanzate), con l'uccisione di un malcapitato cane da guardia, un altro furto in un'abitazione a Cutrofiano, quello di un'auto a Collepasso e dell'ennesimo veicolo a Lucugnano, più una tentata rapina in una gioielleria di Presicce, altre razzie in due bar (Montesano Salentino e Tricase), oltre che in una tabaccheria di Tricase; e ancora un'auto rubata a Supersano, e la ricettazione di un televisore e di un'auto rubati a Collepasso e di vari oggetti sottratti in abitazioni. Ma è lecito pensare che possano essere persino molti di più.

Nel corso delle indagini, sono stati sequestrati una dozzina fra auto, moto, autocarri, macchine operatrici. Ma anche passamontagna, guanti da lavoro, torce, slot-machine e macchine cambia-soldi. A capo del sodalizio vi sarebbe stato Malerba, seguito nella scala gerarchica da Vizzino e Toma, e, alla base, Preite, Sabato e Marra. Chiuso il cerchio su questo gruppo, anche se ne manca ancora uno, secondo i carabinieri s'è messa - almeno per un po' di tempo - la parola fine a tutta una serie di scorrerie nel basso Salento.

Il pm titolare dell'inchiesta, Giovanni Capoccia, concordando con le risultanze investigative, ha infatti richiesto l'emissione dei provvedimenti restrittivi della libertà, che Il gip Giovanni Gallo ha condiviso. Sono finitti tutti in carcere, tranne Marra, che si trova ai domiciliari.

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