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Cronaca Racale

Accoltellò il rivale in amore, la sentenza: 9 anni e 4 mesi di reclusione

Emesso il verdetto nei riguardi di Marco De Vittorio, il 37enne di Racale che lo scorso agosto aggredì l’ex marito della compagna. Disposta anche una provvisionale di 25mila euro alla vittima

RACALE - E’ stato condannato a nove anni e quattro mesi di reclusione Marco De Vittorio, il 37enne di Racale che lo scorso 21 agosto accoltellò il rivale in amore, l’ex marito della donna con cui aveva una relazione, un 49enne di Gemini (frazione di Ugento).

La sentenza è stata emessa dal giudice Giulia Proto all’esito del processo discusso col rito abbreviato, nel quale la pubblica accusa, rappresentata dal pm Donatina Buffelli, aveva chiesto la pena di sette anni.

Non appena saranno depositate le motivazioni del dispositivo nel quale è stato riconosciuto il risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede e una provvisionale di 25mila euro alla vittima (parte civile con l’avvocato Laura Minosi), gli avvocati difensori Umberto Leo e Gabriele Valentini valuteranno il ricorso in appello.

Per questa vicenda, De Vittorio fu arrestato in flagranza con l’accusa di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. A infilargli le manette ai polsi furono gli agenti del commissariato di Taurisano, guidati dal vicequestore Salvatore Federico, dopo aver ascoltato la vittima (per la quale fu necessario ricorrere alle cure mediche) e la compagna.

Stando alla ricostruzione accusatoria, intorno alle 18,30, durante un acceso diverbio, il 37enne con un coltello ferì alla spalla il malcapitato che sanguinante riuscì a mettersi alla guida dell’auto insieme alla donna; non contento, l’aggressore si diede all’inseguimento, speronando più volte l’auto della coppia, lungo la strada provinciale che collega Ugento a Taurisano, fino a quando non decise di poi lasciar perdere, imboccando la statale 274.

Dopo l’interrogatorio col giudice Michele Toriello, durante il quale dichiarò di aver agito in quel modo in preda a un raptus, De Vittorio lasciò il carcere per i domiciliari (dove si trova ancora).

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