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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Copertino

“Aiutarono l’assassino a nascondere l’arma”: coniugi assolti in appello

Non regge l’accusa di favoreggiamento per la quale era stata condannata in primo grado una coppia di Copertino, coinvolta nell’inchiesta sull’omicidio di Fabio Frisenda. Per la difesa: intercettazioni inutilizzabili

COPERTINO - Sono stati assolti perché il fatto non sussiste due degli imputati finiti sott’accusa per aver “coperto” Luigi Margari, l’omicida reo-confesso di Fabio Frisenda.

Non ha retto il reato di favoreggiamento nel processo d’appello nei riguardi di due coniugi di Copertino, Cosimo Valentino, di 42 anni, e Anna Rita Lisi, di 41, condannati in primo grado a due anni di reclusione a testa, col beneficio della pena sospesa, per aver eluso le investigazioni, in particolare, fornendo aiuto all’assassino a nascondere l'arma, una pistola semiautomatica, utilizzata il 4 luglio del 2014 per commettere il delitto.

Il verdetto è stato emesso nei giorni scorsi dal presidente della Corte Vincenzo Scardia, dinanzi al quale il difensore della coppia, l’avvocato Paolo Spalluto, aveva sostenuto che le intercettazioni non potessero essere utilizzate perché le conversazioni furono captate nell’ambito di un procedimento diverso e la legge ne avrebbe consentito il loro uso solo se finalizzato ad accertare reati per i quali è obbligatorio l’arresto in flagranza.

Il verdetto ha invece riconosciuto la responsabilità di Vito Marzari, sessantaduenne originario di Bari ma residente a Lecce, per il quale è stata lievemente ridotta la condanna inflitta in primo grado dal giudice della seconda sezione penale del tribunale di Lecce Pasquale Sansonetti: da tre anni e quattro mesi di reclusione a tre tondi. Stando alle indagini, quest’ultimo avrebbe aiutato Margari a sottrarsi alle ricerche dei carabinieri, mentendo alla polizia giudiziaria in merito ai contatti avuti con lui che si era reso “uccel di bosco” dopo l’omicidio, e offrendogli un posto in cui nascondersi ossia l’abitazione della madre a Bari.

Marzari era difeso dall’avvocato Ladislao Massari.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni.

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