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Lunedì, 29 Aprile 2024
Dopo il Barone del Mare

Anche l’Eurogarden Village immune da condizionamenti. Cessato controllo giudiziario

Dopo due anni di amministrazione giudiziaria il giudice della Prevenzione ha escluso il pericolo di infiltrazioni criminali restituendo il complesso turistico di San Foca e lo stabilimento annesso alle società di riferimento

LECCE - Dopo il Barone del Mare a Torre dell’Orso anche un altro villaggio turistico con annesso stabilimento balneare,  finito nel tourbillon del procedimento giudiziario legato all’inchiesta della “frode carosello” e nei provvedimenti interdittivi della prefettura poi sospesi in favore dell’amministrazione controllata, potrà tornare nella piena disponibilità dei titolari delle società  di riferimento.

Con il provvedimento emesso nella giornata di ieri della Sezione misure di Prevenzione del Tribunale di Lecce, è stato infatti dichiarato cessato, con esito favorevole, anche il controllo giudiziario disposto due anni addietro nei confronti delle società Tiemme e Tiemme beach srl, titolari rispettivamente del complesso immobiliare denominato Eurogarden Village, e della spiaggia a servizio dello stesso nella zona della marina di San Foca.

L’Eurogarden Village è il  noto complesso turistico ricettivo di grandi dimensioni, che ospita al suo interno un residence e un hotel, ed era stato anch’esso colpito da una interdittiva della prefettura di Lecce, risalente a due anni fa, sul presupposto che potesse esserci un pericolo di infiltrazione mafiosa.

A distanza di due anni di controllo giudiziario disposto dal tribunale di Lecce, su richiesta delle società, all’udienza tenutasi il 6 aprile scorso per decidere delle sorti dell’azienda anche il pubblico ministero ha concluso chiedendo la declaratoria della cessazione degli effetti del controllo giudiziario “non essendo emerso, nel corso della procedura, alcun pericolo di infiltrazione mafiosa, né alcun contatto degli organi di vertice delle due società con qualunque soggetto che potrebbe essere ritenuto vicino ad ambienti criminali di matrice mafiosa”.

In quella sede, le società, assistite dai legali Saverio Sticchi Damiani e Alessandra De Pascalis, hanno formulato la medesima richiesta, evidenziando, la completa estraneità delle stesse a qualsiasi ambiente o contatto malavitoso.

Il giudice della Prevenzione, condividendo le argomentazioni prospettate, ha quindi concluso di dover “recisamente escludersi, alla luce degli elementi istruttori acquisiti, ogni sospetto di infiltrazioni mafiose, idonee a condizionare la gestione delle società in esame”.

“Le società mie assistite hanno fin da subito volontariamente chiesto di essere ammesse a controllo giudiziario, proprio con la finalità di dimostrare, attraverso un monitoraggio disposto dal Tribunale, la trasparenza e la legalità del loro operato” ha spiegato l’avvocato Sticchi Damiani, “ritengo che lo strumento del controllo giudiziario sia idoneo a temperare gli effetti,  estremamente pregiudizievoli, delle interdittive antimafia, soprattutto in una situazione come questa, nella quale già in sede di ammissione alla misura, il tribunale aveva prefigurato come assolutamente remoto e improbabile il pericolo di soggezione o di agevolazione mafiosa”.

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