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Cronaca

Anziano tenuto sotto scacco col coltello e rapinato: i due indagati restano in carcere

La coppia arrestata il 23 dicembre ha negato gli addebiti durante l’interrogatorio di convalida con il giudice Toriello. Stando alla sua versione, si sarebbe trattato solo di contrasti per questioni di lavoro

LECCE - Hanno negato gli addebiti, ma resteranno in carcere con l’accusa di aver aggredito un 74enne e di averlo tenuto sotto scacco con un coltello per sottrargli il portafogli dalla tasca, con dentro 800 euro in banconote.

A emettere la misura cautelare nei riguardi di Massimo Calò, 49enne, e la compagna, Fiorina Calcagnile, 34enne, entrambi di Lecce, arrestati il 23 dicembre, è stato il giudice Michele Toriello, che questa mattina ha ascoltato la coppia, alla presenza degli avvocati difensori Massimiliano Petrachi e Rita Ciccarese.

In particolare, Calcagnile ha ammesso di aver accompagnato la donna con la quale aveva convissuto per qualche tempo, dall’anziano presso cui la stessa aveva lavorato fino a quando non aveva deciso di licenziarsi perché era pagata troppo poco (tre euro l’ora). Il 49enne ha aggiunto, inoltre, che durante l’accesa lite, dovuta dunque a questioni lavorative, il malcapitato è caduto per terra, e non ha escluso la possibilità di essere stato proprio lui a spingerlo. Stando sempre alla sua versione, sarebbe andato via da solo, e si sarebbe recato in una sala giochi, dove poi sarebbe stato raggiunto dalla polizia e dichiarato in arresto. Insomma, l’indagato ha negato di aver rapinato il 74enne, e lo stesso ha fatto Calcagnile che pure ha raccontato dei suoi rapporti turbolenti con la presunta vittima, dovuti alla scarsa retribuzione.

All’esito dell’interrogatorio, il gip ha ritenuto che non ci fossero i presupposti per convalidare l’arresto in flagranza, ma ha comunque accolto la richiesta del pubblico ministero di applicare per entrambi la misura cautelare del carcere. Questo in base agli elementi raccolti dagli agenti delle volanti e della squadra mobile, e alle dichiarazioni della vittima che appaiono veritiere anche in considerazione a quanto riferito oggi da Calò. “Ha ammesso di essersi recato presso l'abitazione dell'ex datore di lavoro della signora Calcagnile insieme a quest'ultima, pur avendo escluso di aver commesso il delitto che gli viene contestato”, ha evidenziato il giudice nell'ordinanza.

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