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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Trepuzzi / Via de Revel

Il bene confiscato alla Scu per ospitare persone in difficoltà: sarà intitolato a Peppino Impastato

La cerimonia di restituzione dell’immobile alla comunità questa mattina, a Trepuzzi. Diverrà un alloggio per categorie vulnerabili

TREPUZZI – Un bene confiscato alla mafia torna alla comunità. Questa mattina a Trepuzzi, al civico 3 di via Thaon de Revel, è stato inaugurato un immobile sottratto alla criminalità organizzata nell'ambito di una delle operazioni giudiziarie nel territorio del Nord Salento. Un nuovo alloggio da destinare ad emergenza abitativa e pronta accoglienza per persone in difficoltà, recuperato e riqualificato grazie alla misura “Dal bene confiscato al bene riutilizzato: strategie di comunità per uno sviluppo responsabile e sostenibile”.

Alla cerimonia di restituzione sono intervenuti, il prefetto di Lecce Luca Rotondi, il sindaco di Trepuzzi  Giuseppe Maria Taurino, la presidente del Consiglio comunale Annamaria Capodieci e le autorità militari dei comandi provinciali e locali, civili e religiose.  Ad animare il cerimoniale, che si colloca nell’ambito delle iniziative del 21 Marzo “Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, gli alunni delle scuole di Trepuzzi con il canto del brano dei Modena City Ramblers “I Cento Passi”.

L'inaugurazione dell'immbobile a Trepuzzi

Su proposta del primo cittadino Giuseppe Taurino, l’amministrazione comunale ha espresso la volontà di intitolare il bene a "Peppino Impastato" vittima di mafia, il cui iter amministrativo per la denominazione è in via di definizione. "Peppino Impastato è un simbolo dell’antimafia dell’attivismo civile contro il malaffare e il potere delle cosche che si contrappone allo Stato - si legge nelle motivazioni che hanno accompagnato la proposta-. Impastato nella sua, seppur brevissima vita, ha ripudiato la cultura mafiosa e ha pagato con la sua vita una scelta certamente non facile ma che ha dato speranza alla sua terra martoriata da cosa nostra. Esempio sempre vivo, la cui storia merita di essere raccontata e ricordata quale monito e modello educativo delle nuove generazioni”.

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