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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Casarano

Estorsione consumata e tentata: pesante richiesta del pm, ma cadono le accuse

Alla base del processo un presunto debito di droga contratto da un uomo nei confronti di un soggetto mai identificato. Ma un caso è stato riqualificato e prescritto per remissione di querela, per l'altro assolti in due

CASARANO – Il pubblico ministero Rosaria Petrolo aveva invocato cinque anni e mezzo per uno degli imputati e tre anni e mezzo per l’altro. E invece, non solo due casaranesi, Giuseppe Del Genio, 41enne, e Tommaso Totaro, 55enne, se la sono cavata senza alcuna condanna a loro carico, ma la prima sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Fabrizio Malagnino) ha disposto la trasmissione agli atti alla Procura per le determinazioni di propria competenza circa alcune deposizioni rese dallo stesso teste.

Tutto ruotava su un presunto debito per l’acquisto di stupefacenti da parte della presunta vittima nei confronti di una terza persona, mai identificata. Del Genio rispondeva, inizialmente, di estorsione aggravata, ma riqualificata l’imputazione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, il reato si è estinto dopo la remissione della querela, ragion per cui i giudici hanno dichiarato il non doversi procedere (l’unica condanna è stata quella del pagamento delle spese processuali).

Lo stesso Del Genio, questa volta con Totaro, era accusato, poi, di tentata estorsione in concorso per un secondo episodio, ma in questo caso la corte ha assolto entrambi perché il fatto non sussiste.

Il primo caso si far risalire al ferragosto di tre anni addietro. Secondo le ricostruzioni svolte in sede d’indagine, quel giorno Del Genio avrebbe colpito il soggetto all’occhio sinistro, provocando una tumefazione, costringendolo quindi a salire nella sua auto e portandolo nella zona industriale, facendosi infine consegnare 450 euro.

Il secondo caso, invece, è di due mesi dopo. Alla fine di ottobre, sempre stando alle indagini, i due si sarebbero recati per due volte in casa del soggetto, la seconda iniziando a colpire con calci e pugni la porta e pretendendo che fosse aperta, e questo anche dopo una telefonata minatoria, sempre con richiesta di soldi e sempre per la stessa asserita ragione.  Ma il processo ha stabilito un’altra verità e le motivazioni saranno rese entro sessanta giorni. I due imputati erano difesi dall’avvocato Mario Coppola.  

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