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Cronaca Cavallino

Rifiuti, i Comuni dovranno sborsare 11 milioni di euro alla Progetto Ambiente

Il Tar ha accolto il ricorso presentato dall'azienda che gestisce l'impianto di Cavallino cinque anni or sono contro un provvedimento dell'Ato di Lecce che aveva negato l'adeguamento della tariffa di conferimento. Un consulente ha verificato i conteggi effettuati da gestore e amministrazione

LECCE – Undici milioni di euro: tanto dovranno sborsare i Comuni della provincia di Lecce alla società “Progetto Ambiente”, che gestisce l’impianto di produzione di cdr di Cavallino. E’ ancora una sentenza di primo grado, ma sicuramente farà discutere, e arriva a conclusione di un contenzioso attivato ben cinque anni or sono.

Il Tar di Lecce ha dunque accolto il ricorso presentato dall’azienda, tramite gli avvocati Pietro Quinto e Luigi Quinto, contro un provvedimento dell’Ato di Lecce che aveva negato l’adeguamento della tariffa di conferimento.

Fin dal momento dell’entrata in funzione dell’impianto, la società aveva richiesto il riconoscimento dell’adeguamento della tariffa per via di modifiche normative sopravvenute alla gara che avevano determinato un maggior costo di gestione. Di fronte al diniego dell’Ato, nel 2011 si era deciso di andare davanti al Tribunale amministrativo regionale.

Nel corso del giudizio il giudice si è avvalso dell’ausilio di un consulente tecnico, che ha verificato i conteggi effettuati rispettivamente dal gestore e dall’amministrazione a sostegno delle rispettive tesi.

Il Tar, sulla scorte delle conclusioni, ha quindi riconosciuto alla ditta un adeguamento di circa 30 euro a tonnellata per ogni anno di gestione a partire dal 2010. Una cifra che va quindi moltiplicata per i quattro anni di servizio già conclusi e per i quantitativi conferiti, fino a ottenere un credito di 11 milioni di euro, da ripartirsi a carico dei Comuni in funzione dei conferimenti eseguiti.

“L’incremento della tariffa, ha chiarito l’avvocato Luigi Quinto -, è legato alla riduzione degli incentivi statali per il recupero energetico del Cdr. Quando la gara è stata indetta nel 2004 dall’allora commissario delegato per l’emergenza in Puglia, gli incentivi erano pieni”.

“Successivamente – ha spiegato ancora -, con la legge finanziaria del 2007, i contributi statali sono stati ridotti del 50 per cento, con ovvie ripercussioni sui costi di conferimento”.

“Un incremento della tariffa era quindi inevitabile – ha concluso Quinto - in applicazione di una specifica previsione contrattuale che sancisce il diritto all’adeguamento per la ipotesi di modifiche normative sopravvenute alla gara che alterino l’equilibrio contrattuale”.  

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