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Cronaca Collepasso

Insulti sessisti alla sindaca: una delegazione Cgil a Collepasso

Dopo le parole rivoltele da un consigliere di opposizione domenica scorsa, la segretaria provinciale con delega alle Politiche di genere e quella generale dello Spi hanno raggiunto Laura Manta

LECCE – Dopo le parole rivolte alla sindaca di Collepasso Laura Manta da un consigliere di opposizione, una delegazione di Cgil e Spi ha incontrato nel pomeriggio di oggi la prima cittadina per esprimerle solidarietà. “Quando certe, disgustose parole vengono pronunciate all’indirizzo di una giovane sindaca, il territorio intero deve fare quadrato e respingere ogni tipo di rigurgito sessista, maschilista e, in questo caso anche violento”, sono le parole pronunciate da Simona Cancelli, segretaria provinciale con delega alle Politiche di genere della Cgil Lecce, e da Fernanda Cosi, segretaria generale dello Spi Cgil Lecce.

Un messaggio “dal vivo” alla principale inquilina del municipio di Collepasso, a seguito dell’episodio di domenica scorsa, quando nel corso di un comizio pubblico l’esponente Salvatore Perrone le ha rivolto minacce e insulti sessisti. “Sono bastate poche frasi, al consigliere comunale Perrone, per sfoderare tutto l’armamentario di stereotipi e pregiudizi su cui si fonda la retorica maschilista. Un frasario che spesso resta nei corridoi dei palazzi del potere e che raramente escono allo scoperto in maniera così netta e deflagrante”, dichiarano le sindacaliste.

“Un lessico che offende in primis la donna, poi l’amministratrice pubblica. E con lei tutte le donne di questo territorio e il Salento stesso, per lungo tempo asceso alla ribalta mediatica per fatti che ne ledono fortemente l’immagine, ancorandola alla peggiore tradizione patriarcale. Siamo basiti dal fatto che un uomo politico di lungo corso, con un passato da sindaco e con ruoli anche di livello provinciale (ex consigliere provinciale, ndr), sia pur accecato dalla rivalità, non trovi altro modo per argomentare la propria posizione, se non le minacce e gli insulti. Non riusciamo a comprendere in quale modo la sua azione politica possa arricchirsi dicendo pubblicamente che l’indomani avrebbe preso ‘a schiaffi la sindaca pure in presenza di altre persone’. Chi potrebbe essere d’accordo con una frase di questo tipo? O ancora, non capiamo perché non si riesca a mantenere una forma civile e rispettosa delle istituzioni di fronte ad una rappresentante del Comune: qual era la necessità di chiamarla ‘signorina o signoretta’? Per non dire delle disgustose parole sulla querela. Di fronte a tanta violenza e volgarità, abbiamo deciso di manifestare personalmente la nostra piena solidarietà alla sindaca. Solidarietà che manifestiamo non solo in quanto donne del sindacato, ma a nome di tutte le donne e gli uomini della Cgil provinciale”, concludono Cancelli e Cosi.

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