rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Tricase

Commercianti nella morsa dell'usura, condannati in due

Cosimo Orlando, 30enne di Tricase e Antonio Protopapa, 44enne di Alessano, condannati a 3 anni e 6 mesi e 3 anni. Il presunto capo, Salvatore Peluso, ha avanzato un'istanza per legittima suspicione

LECCE - Si deciderà in futuro la sorte di Salvatore Peluso, 49enne di Tricase, imputato con Cosimo Orlando, 30enne, anch'egli di Tricase e Antonio Protopapa, 44enne di Alessano, per usura in concorso, con l'aggravante delle modalità mafiose. Nel corso dell'udienza odierna, davanti alla seconda sezione penale (presidente Vincenzo Pellerino), tramite i suoi legali, Peluso ha avanzato un'istanza per eccezione di legittima suspicione, in attesa di eventuali altri avvisi di garanzia, sollevata perché nel corso dell'anno giudiziario il capo della Procura leccese, Cataldo Motta, l'ha citato per presunti affari illeciti nel mondo del calcio ed una possibile vicinanza al clan mafioso Tornese di Monteroni; nel procedimento odierno, i legali ritengono che il giudizio nei suoi confronti rischierebbe di essere inficiato da questi elementi. La sua posizione è stata quindi stralciata. Entro sette giorni da oggi, sul caso dovrò riunirsi la Corte d'appello.

Per quanto riguarda gli altri due imputati, il pubblico ministero Alessio Coccioli aveva formulato richiesta di quattro di anni di carcere per Protopapa e cinque per Orlando, entrambi ritenuti i complici di Peluso nella vicenda scaturita da alcune denunce presentate nel 2008 e che ai primi di gennaio del 2010 portò al loro arresto da parte dei carabinieri del nucleo investigativo di Lecce, con rinvio a giudizio formulato dal gip Vincenzo Brancato alla fine di aprile dello scorso anno. Tutti e tre si erano sempre professati innocenti, ma corte ha condannato i due giudicati oggi (che si trovano ai domiciliari) rispettivamente a 3 anni e 6 mesi (Protopapa) e 3 anni (Orlando). Gli avvocati difensori ne avevano richiesto l'assoluzione.

Le indagini, durate dal settembre 2008 allo stesso mese del 2009, sono nate dopo una prima denuncia di una delle presunte vittime, un commerciante 28enne di Tricase. L'uomo, a partire dal 2006, avrebbe iniziato a patire difficoltà economiche, e per questo avrebbe accettato un prestito di 5mila euro, versando, secondo quanto da lui dichiarato, 500 euro al mese d'interessi. Un tasso troppo elevato, tanto da spingere il giovane commerciante a rivolgersi ad altri usurai per negoziare alcuni assegni post-datati, entrando così una spirale perversa.

Protopapa, di mestiere buttafuori sarebbe stato, come detto, insieme ad Orlando, uno dei conniventi di Peluso. In particolare, il 44enne di Alessano, avrebbe procurato al 49enne di Tricase, un nuovo contatto. Qualcun altro da mettere sotto pressione. In questo caso, un 57enne che insieme ai suoi parenti aveva avviato un'attività di ristorazione a Santa Maria di Leuca. Ma secondo i carabinieri, molte di più sarebbero le vittime di usura, che però non si sarebbero fatte avanti per timore, rinunciando a sporgere denuncia. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Francesca Conte, Luigi Piccinni, David Alemanno, Stefano Luna e Marco Ruta.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Commercianti nella morsa dell'usura, condannati in due

LeccePrima è in caricamento