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Cronaca

Inquinamento dall'ex Apisem, l’analisi del rischio non può attendere

In conferenza dei servizi è emersa la necessità di procedere quanto prima al piano di caratterizzazione sui terreni comunali a nord dell'ex deposito di carburanti. Il 27 settembre riprende il processo

 

LECCE – Il 27 settembre è in calendario la ripresa del procedimento “Studium 2000”, nel quale Giovanni Semeraro è accusato di “avvelenamento colposo della falda acquifera sottostante il cantiere dell’Università del Salento e inadeguata attività di messa in sicurezza”. E proprio sul piano della tutela ambientale e della salute pubblica bisogna agire con rapidità, come ha sottolineato la Conferenza dei servizi presso la Regione Puglia che si è riunita a Bari nei giorni scorsi.

Le istituzioni presenti al tavolo, tra queste Comune di Lecce e Arpa, si sono dette concordi “sulla necessità di procedere alla caratterizzazione nelle aree di proprietà comunale a nord del sito ex Apisem. A tal proposito il Comune e il soggetto obbligato si impegnano a concordare nei tempi strettamente necessari una data utile ad eseguire le suddette indagini”. Insomma, dalla riunione è partito un invito perentorio a passare alla fase attuativa di quel piano di caratterizzazione che pur  esiste dal 2009 e che deve comprendere, in sostanza, anche una parte dell'area dove sorge il Parco della Torre di Belloluogo.

Solo quando verrà redatta l’analisi del rischio reale, si potrà procedere al piano di bonifica vero e proprio che interesserà la proprietà della famiglia Fiorentino (dalla cui denuncia è nata la vicenda), l’area dell’ex deposito di carburanti e il cantiere del lotto “Studium 2000”, nel cui sottosuolo sono state rinvenute sostanze idrocarburiche in quantità superiori alla soglia limite. Non solo: un agente chimico che la letteratura internazionale sospetta essere cancerogeno, l’Mtbe , data la sua alta solubilità, è stata riscontrato anche nella falda di superficie.

Questo lo hanno certificato i periti, chiamati più volte a monitorare la situazione: nell’ultima relazione, del novembre 2011, seguita a 26 campionamenti comprensivi anche dei terreni attorno alla Torre di Belloluogo, dove a maggio è stato inaugurato il primo lotto del parco cittadino, Mauro Sanno e Bruno Grego hanno scritto che gli interventi di prevenzione (da parte dell’ex Apisem) tesi a isolare le fonti di contaminazione e quindi a scongiurarne la propagazione, sono stati del tutto insufficienti.

Nell’ultima udienza prima dell’aggiornamento, il 14 giugno, il Comune di Lecce – allora carente di giunta – preannunciò l’intenzione di costituirsi, come già fatto da Provincia di Lecce e Legambiente, parte civile. Carlo Salvemini, consigliere di minoranza, che in primavera aveva portato all’attenzione della città l’aspetto ambientale della questione che intanto era divenuta ancora più scottante con l’inaugurazione dell’area verde e che fino a quel momento sembrava unicamente assorbita dalla dimensione giudiziaria, si augura adesso che l’amministrazione comunale sia conseguente con le intenzioni manifestate: “Una decisione inevitabile stante la delicatezza delle ipotesi accusatorie, la proprietà pubblica delle acque e del parco, la necessità di affermare il valore della tutela ambientale a protezione della salute pubblica di tutti i cittadini”.

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