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Cronaca

Pubblico ministero dispone la restituzione dei telefoni agli attivisti No Tap

Nel provvedimento si conferma la legittimità delle perquisizioni effettuate dalla polizia e il sequestro del resto del materiale rinvenuto

LECCE – La procura della Repubblica di Lecce ha disposto – contestualmente alla convalida del sequestro del resto del materiale sequestrato - la restituzione dei telefoni cellulari sequestrati ad alcuni degli attivisti No Tap condotti sabato in questura e presso il comando dei carabinieri dopo essere stati fermati ai margini della “zona rossa” attorno al cantiere Tap, in località San Basilio (Melendugno). Mentre al momento del rilascio, dopo l'identificazione, alcuni dispositivi sono stati restituiti, altri, una quindicina, sono stati invece trattenuti.

Nel provvedimento di convalida di perquisizione, sequestro e contestuale informazione di garanzia per 55 manifestanti, firmato dal pubblico ministero Emilio Arnesano, si afferma da una parte la legittimità delle perquisizione effettuate, dall’altra si argomenta che i dispositivi telefonici “non rivestono il carattere probatorio e quindi assolutamente non utili ai fini dell’acquisizione dei fatti-reato per cui si procede”. Confermato invece il sequestro di uno zainetto, uno scaldacollo, una bomboletta, una giacca impermeabile con cappuccio, fuochi pirotecnici, utensili vari.

L’avvocato Francesco Calabro che difende tredici dei 55 indagati ha così commentato la decisione: “Il sequestro dei telefoni cellulari, disposto a distanza di ore dai fatti e con un criterio di selezione dei destinatari rimasto oscuro, ci era sembrato sin dall’inizio del tutto immotivato. Oggi il pm ha condiviso il nostro giudizio ritenendo l’iniziativa della polizia assolutamente ingiustificata”.

Sabato a San Foca

Sabato scorso circa cinquanta attivisti No Tap, riunitisi sul lungomare di San Foca, hanno improvvisato un corteo non organizzato in direzione dell’area dei lavori per il gasdotto: davanti allo sbarramento delle forze dell’ordine, lungo la Provinciale per Melendugno, si sono inoltrati attraverso le campagne per avvicinarsi alla recinzione realizzata dopo l’ordinanza del prefetto del 13 novembre (ma da ieri non più in vigore). Successivamente sono stati fermati, e poi portati a Lecce, presso la questura e il comando provinciale dei carabinieri, luoghi dai quali sono usciti solo molte ore più tardi con a carico denunce e, in alcuni casi, provvedimenti di foglio di via. Le contestazioni, per tutti, sono  di manifestazione non autorizzata e inosservanza di provvedimento dell’autorità e di accensione di materiale pirotecnico.

In prefettura

Questa mattina intanto, presso la prefettura, sono iniziate le audizioni dei manifestanti che hanno ricevuto una preavviso di sanzione amministrativa – da 2mila 500 a 10mila euro – in conseguenza dei blocchi stradali messi in atto durante la movimentazione degli ulivi espiantati a San Basilio e trasferiti nell’area di stoccaggio di Masseria del Capitano. Dopo la presentazione, avvenuta ad agosto, delle memorie difensive, sono iniziati oggi gli incontri con i funzionari della prefettura, incontri che proseguiranno nei prossimi giorni. Le persone interessate dovrebbero essere una cinquantina circa.

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