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Cronaca Ugento

Escalation di furti nelle campagne. Dopo i vigneti raid per rubare piante di Favolosa e Leccino

E’ accaduto ancora una volta ad Ugento: in una notte portate via 250 piante resistenti al batterio. A Guagnano e Salice razzie nelle vigne. E Coldiretti chiede interventi urgenti. Intensificati i controlli

UGENTO – Non solo razzie nei vigneti salentini, ma anche veri e propri raid notturni per estirpare e portare via anche le piante di “Favolosa” e “Leccino”, resistenti al batterio della xylella, appena piantumati e letteralmente depredati da ignoti. E’ accaduto ancora una volta in questo fine settimana nella zona rurale di Ugento e da Coldiretti Lecce è già partita la denuncia per fermare i responsabili che stanno mettendo ancora un volta in ginocchio le speranze di ripresa della produzione degli olivicoltori locali già provati dall’essiccamento dei loro vecchi alberi. Ultimo caso in ordine tempo è quello che si è verificato ad Ugento, dove in una notte sono state rubate 250 piante di Leccino, con regolare certificazione. Un fenomeno quello della criminalità nelle campagne pugliesi e salentine che sembra espandersi a macchia d’olio, interessando anche l’area infetta da xylella e che è stata prontamente segnalata anche alle forze del’ordine da parte degli agricoltori. I furti delle piante resistenti al batterio “fastidioso” che danneggia gli ulivi sono con molta probabilità destinate ad un mercato parallelo delle che sarà sempre più appetibile perché si alimenterà in maniera direttamente proporzionale alla crescita dei reimpianti.

Razzie in oliveti e vigneti

“Si tratta di atti a dir poco vergognosi e inaccettabili che vanno fermati con ogni mezzo, anche con l’intervento dell’Esercito”, tuona Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce. “ad Ugento gli olivicoltori, dopo anni di blocco produttivo a causa della xylella e della burocrazia, stanno timidamente iniziando a reimpiantare e c’è chi vigliaccamente sta togliendo nuovamente una speranza di futuro alle imprese, rubando le piante appena piantumate. Il danno economico è risibile rispetto all’impatto psicologico su un olivicoltore che, dopo anni di attesa, vede andare in fumo in una notte il sogno di poter ricominciare a produrre. Si registra un’impennata di fenomeni criminosi che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo” rileva Coldiretti, “e non si tratta più soltanto di ladri di polli, quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole. Saranno le forze dell’ordine a fare le opportune indagini” aggiunge il presidente Cantele, “ma è immaginabile che le piante rubate sono destinate al mercato parallelo delle piante resistenti che sarà sempre più appetibile perché si alimenterà in maniera direttamente proporzionale alla crescita dei reimpianti. Chiediamo alle forze dell’ordine di intensificare il presidio del territorio evidentemente sovraesposto”.

Il fenomeno viaggia di pari passo con altre razzie compiute su colture e nelle campagne salentine perchè altrettanto a rischio è il settore viticolo, con bande organizzate che stanno rubando barbatelle appena messe a dimora nell’area a nord di Lecce, teste degli idranti dei pozzi artesiani spariti a Salice Salentino e a Guagnano, i pali di ferro dai terreni e le corone, oltre al taglio di cavi delle spalliere con gravissimi danni ai vigneti. Per tutti questi casi e motivi Coldiretti Puglia ha invocato l’intervento diretto del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, perché le aree rurali sono drammaticamente esposte alla “stagionalità” delle attività criminose in campagna, dove squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo e aprile, rubano l’uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati: se si rubano gli ulivi monumentali ad esempio è perché qualcuno evidentemente li ricerca. Si moltiplica intanto la conta dei danni con il boom di furti in campagna che solo nel 2018, secondo i dati registrati sempre da Coldiretti, ha toccato i 300 milioni di euro in un anno.

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