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Cronaca

Falsi incidenti per truffare compagnie assicurative, quattro le condanne

Tre gli episodi contestati dall'accusa nel periodo compreso fra il 2011 e il 2012. Assolto con formula piena un avvocato

LECCE – Si è concluso con quattro condanne e un’assoluzione il processo nato dall’inchiesta sulle presunte truffe ai danni delle compagnie assicurative, la cui denuncia ha dato il via alle indagini. Il giudice monocratico del Tribunale di Lecce, Francesca Mariano, ha condannato a 3 anni Alessandro Quarta, 33enne leccese; 2 anni e mezzo per Tommaso Danese, 40enne di Monteroni; 2 anni per Raffaele Danese, 56enne di Monteroni; e un anno e mezzo per Gianluca Carlà, 45enne di Monteroni. Dovranno inoltre risarcire le parti civili (tra cui tre compagnie assicurative), rappresentate dagli avvocati Silvio Caroli, Stefano De Francesco e Carlo Petrone, con una cifra da stabilire in separata sede. 

Assoluzione con formula piena, perché il fatto non sussiste, per l’avvocato Francesco Delli Noci, 36enne leccese, risultato totalmente estraneo alle accuse. E' assistito dagli avvocati Luigi e Roberto Rella.

Tre gli episodi contestati dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci. Il primo per un sinistro avvenuto nel giugno del 2012 sulla strada provinciale che conduce da Copertino a San Donato. Raffaele Danese, in qualità di conducente dell’auto, Tommaso Danese e Alessandro Quarta come passeggeri, avrebbero presentato alla compagnia assicurativa, false certificazioni sanitarie per ottenere (senza riuscirci) un risarcimento per lesioni non riportate o comunque meno gravi. Certificazioni prodotte da uno da una struttura non più operativa da anni.

Il secondo episodio si riferisce a un incidente stradale avvenuto nell’ottobre del 2011 a Lecce. Alessandro Quarta avrebbe presentato due falsi referti per ottenere un risarcimento per lesioni non riportate o comunque meno gravi. Per Quarta il risarcimento non sarebbe andato a buon fine, con un certificato prodotto da una struttura non più operativa da anni.

L’ultimo fatto contestato risale al novembre del 2011 a Copertino. Tommaso Danese, conducente dell’auto coinvolta nell’incidente, Alessandro Quarta e Gianluca Carlà come passeggeri, avrebbero prodotto tre false certificazioni sanitarie per ottenere un risarcimento per lesioni non riportate o comunque meno gravi. Danese avrebbe così ottenuto un risarcimento pari a 8mila e 300 euro, 2mila e 800 per Quarta e 2mila e 300 per Carlà.

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