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Cronaca

Morì travolto da un'auto: fiori e un biglietto per il giovane migrante

A distanza di un mese dal tragico episodio avvenuto sulla strada che collega Squinzano e Campi Salentina, un monito a non far calare il sipario

LECCE – È morto dopo essere stato scaraventato a terra da una macchina che, giunta alle sue spalle, lo ha travolto in sella alla sua bicicletta. È morto da solo, tra l’una e le tre di notte, anche se il suo corpo è stato ritrovato solo all’alba del 4 agosto.  Si chiamava Sow Boubakar, aveva 31 anni ed era originario della Guinea ed era ospite di un programma per migranti. Nel suo paese si era laureato in Geografia e spesso aiutava gli operatori italiani di Arci nei rapporti con gli ospiti. La sua tragica scomparsa è passata ben presto in sordina.

Il conducente dell’auto non si è fermato né si è presentato successivamente per raccontare la sua versione dei fatti, nessun altro ha visto e se ha visto ha tirato dritto. In ogni caso, se qualcuno sa o ha informazioni utili dovrebbe rendersi utile alle indagini: viene da chiedersi come si possa dormire la notte con un peso così sulla coscienza. Da parte loro i carabinieri, cui sono state affidate le indagini, hanno trovato qualche frammento di plastica, ritenuto insignificante.

Ad un mese dai fatti, un mazzo di fiori è stato deposto proprio all’altezza del luogo dell’incidente, con allegato un biglietto:

“Peggio della morte rimane solo morire nell’indifferenza. Buon viaggio”

Il pensiero è stato di una madre, di nome Erica, poi il suo gesto è stato riportato da Marco (si citano solo i nomi perché non è certo la notorietà il fine). Per loro quella di Sow è stata una morte annunciata: “Una morte pietosa dimenticata il giorno dopo, un’indagine ancora senza colpevoli, poche righe e una foto che meritano giusto un momento di commozione nello scroll quotidiano dell’indifferenza. Ecco allora che le parole su quel biglietto diventano non solo un monito alla coscienza di chi può legiferare (e decidere) sulla vita e la morte dei più deboli. Quel mazzo di fiori è anche un pro memoria a tener saldo il nostro senso civico, quello spirito di ospitalità e di uguaglianza che, ben al di sopra del confronto politico sui temi dell’immigrazione, il Salento ha sempre dimostrato come segno distintivo della propria identità”.

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