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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Melissano

La fuga, poi l’incidente e l’aggressione dei carabinieri: patteggia e lascia il carcere

Ha concordato nove mesi, col beneficio della pena sospesa, il 25enne di Parabita arrestato due giorni fa per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Ha chiesto scusa alle vittime: “Temevo la multa”

MELISSANO - Ha patteggiato nove mesi di reclusione col beneficio della pena sospesa ed è quindi ritornato in libertà Dario Marchetti, il 25enne di Parabita arrestato due giorni fa al termine di uno spericolato inseguimento dei carabinieri della stazione di Melissano. Rispondeva di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni nel processo discusso questa mattina per direttissima davanti alla giudice Maddalena Torelli della prima sezione penale del tribunale di Lecce e in cui era difeso dall’avvocata Rita Ciccarese.
L’uomo era al volante di una Fiat Punto e per sottrarsi a un controllo, alla vista del personale dell’Arma, si era reso responsabile di una serie di manovre azzardate, l’ultima delle quali, una pericolosa inversione a U, aveva determinato lo scontro con con un’altra vettura (una Ford Ecosport) che procedeva nel senso opposto di marcia. A quel punto, Marchetti, finito col mezzo sul guardrail, aveva abbandonato l’abitacolo e cercato di dileguarsi a piedi, ma raggiunto dai militari, aveva sferrato calci e pugni, aggredendo uno di questi, in particolare, con un calcio al fianco e con un morso al braccio, provocandogli ferite giudicate guaribili in trenta giorni. Quanto alla signora a bordo dell’auto coinvolta nel sinistro, invece, la prognosi dei medici è stata di sette giorni. Anche per Marchetti era stato necessario il trasporto in ospedale, ma ricevute le cure del caso era stato poi trasferito nel carcere di Lecce. Sottoposto ai test tossicologici, era inoltre risultato positivo alla cocaina.
A entrambe le vittime, questa mattina, durante l’interrogatorio di convalida (che si è svolto contestualmente al patteggiamento), l’imputato ha chiesto scusa, spiegando di aver agito in quel modo solo per paura di avere una multa, poiché viaggiava senza cintura di sicurezza e con un documento di guida malridotto. 
Che sia questa la verità lo diranno gli ulteriori accertamenti dei carabinieri sulla vicenda, legati alla presenza di un piede di porco nel bagagliaio della sua vettura. 


 

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